venerdì 24 aprile 2015

LA PAURA

LA PAURA -  quando vorresti solo piangere
Il racconto è incompleto. Lo è solo perché non so come possa andare avanti.

«Ti ho chiesto di vederci perché ho bisogno di dirti qualcosa …» parla timidamente, ha una voce quasi sussurrata, è evidente che sia agitato: i suoi occhi forse implorano solo di poter lasciar scorrere le lacrime. Ha le guance rosse, forse trema anche un po'. Sembra uno con la febbre.
«Dimmi!» come? non ti accorgi che il tuo migliore amico non sta per nulla bene? Come fai a rispondergli con una simile semplicità, come se tutto fosse come sempre, come se anche questo pomeriggio vi foste trovati solo per passare del tempo insieme? C'è un'allegria nella tua voce che stona assolutamente con il suo viso, con la sua voce scossa, con la sua ansia.
«Ecco … non è facile per me dirtelo …» è sempre più insicuro, ogni parola che pronuncia trema sempre di più nella sua gola secca.
«Abbiamo passato tante cose insieme! Parla e non ti preoccupare!» ecco cos'è! Lui ha già intuito qualcosa, parla come parla, con quella sua serenità, solo perché ti vorrebbe aiutare … beh, allora parla e non pensare che tu non ce la possa fare!
«Lo so che non dovrei preoccuparmi, ma non riesco in questo momento a non essere preoccupato … insomma è qualcosa di atroce per me … in questo momento mi sento come se … come se io … non lo so! Cioè è una delle sensazioni più brutte che io abbia mai provato: ti ho sempre detto tutto, sempre! eppure ora non riesco a non avere paura … » tremi ancora di più, tremi sempre di più … provaci, provaci, provaci!
«Ok … prenditi il tuo tempo allora: non ho fretta. Dimmi quello che vuoi, quando vuoi»
«Allora - ecco che gli occhi lucidi iniziano a cedere, c'è già una lacrima ch'è scesa veloce lungo il collo fino nella maglietta - dunque - e sbuffi, coraggio! - questi giorni sono stati dei giorni particolari - ottima strategia! Raccontagli tutto e non temere - e ormai sono quattro giorni in cui piango soltanto, quattro giorni in cui torno a casa, mi chiudo in camera, accendo la musica e piango … piango e basta; quando devo uscire mi lavo la faccia, respiro qualche minuto davanti allo specchio cercando di allontanare ogni minimo pensiero ed esco, con il mio solito sorriso, con le mie solite maniere, mi fumo la mia sigaretta e sono come sempre … ma in questi giorni sto male, sono distrutto: qualche tempo fa mi venne il dubbio di essere omosessuale, ma dopo un periodo mi convinsi che non lo ero, sentivo di essere attratto da D. e quindi mi decisi che era stato solo un momento … oggi però devo parlarti perché è successo qualcosa, ed è cambiato qualcosa da prima - ecco, ormai glielo hai detto (anche se non apertamente), ora andrà tutto meglio, continua a parlare, respira e continua … ti ascolta, ti guarda negli occhi e ti guarda con degli occhi meravigliosi: ti vuole bene. Tu non te ne accorgi, guardi l'unghia del tuo dito indice, la stai tormentando con l'altra mano. Parla ancora, non fermarti - ed è cambiato qualcosa perché ora sto come non sono mai stato prima: qualche giorno fa ero seduto, non stavo facendo nulla e ascoltavo un po' di musica, come sempre; in casa non c'era nessuno e da qualche tempo nessuno mi stava più scrivendo su Whatsapp, non ricevevo più nessuna notifica da Facebook. In una frazione di secondo il cellulare s'è illuminato e ho visto che D. m'aveva scritto: non lessi cosa aveva scritto nel messaggio, non ci riuscii perché il mio sguardo si immobilizzò a fissare il cuoricino rosso che aveva affiancato al messaggio. Mi sentivo strano mentre fissavo quel cuore, sentivo quasi una nausea che mi saliva a poco a poco. Poi non so che cosa ho pensato: mi sono trovato a piangere e a scorrere la rubrica cercando qualcuno cui chiedere una mano. Ho superato il tuo numero, quello di A., ho ovviamente ignorato quello di mia sorella e mia madre … non trovavo nessuno: stavo guardando conversazioni avute due mesi fa! Poi ho trovato un numero che mi diceva poco, ma cui mi convinsi a scrivere perché … non so perché … mi decisi a scrivere a quel numero e ho scritto. Grazie a Dio mi ha risposto e ho potuto parlare un po' … mi sono sfogato e ho provato a capire cosa mi succedesse. Dentro di me sentivo perfettamente, ero consapevole di cosa stesse accadendo, ma non trovavo il coraggio di parlare, di dirlo ad alta voce, di ammetterlo! - bravo, solleva il tuo sguardo e abbi il coraggio di guardarlo, perditi a contemplare il suo volto amico, il viso che ami tanto, guarda quella persona che ormai consideri più di un fratello e dimenticati una attimo (te ne prego!) di ciò che devi dirgli, pensa solo che gli vuoi bene, pensa che gli vuoi bene e che vuoi aprirgli il tuo cuore … so che è difficile, ma non pensare a cosa succederà dopo, pensa al bene che gli vuoi adesso! - E così sono passati questi giorni: io che mi tormentavo perché non capivo se ero pronto ad ammetterlo, se era solo un capriccio, se era ancora solo un dubbio, B. che mi scriveva cercando di starmi vicino, per quanto potesse … ma poi ho capito che dovevo parlarti, ho capito che non era più un capriccio, che non era un dubbio, che non era un periodo, che non era nulla di tutte queste cazzate che io stesso mi sono inventato; ho capito che dovevo parlarti, che dovevo dirlo a tutti, che dovevo ammettere con tutti, e soprattutto con me stesso, che sono gay! - posso immaginare il tuo cuore che viene liberato da uno dei mille pesi che in questo momento lo opprimono, posso sentire il sollievo, quel minimo sollievo che ti sta pervadendo adesso; coraggio! Bravo! - Sono gay e stavolta lo dico con certezza: mi sono preso in giro tutte le altre volte, forse perché avevo solo paura, avevo il terrore di come avrebbe reagito il mondo … ancora adesso ho il terrore, ho la caga più assoluta, ma almeno stavolta sento che non posso mentire ancora, stavolta ho pensato e ho ascoltato davvero ciò che il mio corpo e il mio cuore mi dicevano e non potevo più zittire tutto. Ho il terrore, davvero, tremo: ho bisogno che tu mi stia vicino …»
Perché lo guardi così? Hai uno sguardo strano: lo hai ascoltato sempre con una sorta di sorriso affettuoso, con tutto l'affetto di cui sei capace e ora, proprio sull'ultima frase che t'ha detto, la tua espressione si è fatta cupa, sei serio, troppo serio …: «Io ti sono vicino, sempre»
Non credi che lo abbia detto, vero?! Dopo quella faccia, quell'aria truce non pensavi che t'avrebbe detto questo, ma lo ha fatto! Cosa rispondi adesso? Ti prego non rimanere così a lungo in silenzio, sorridi almeno e abbraccialo, ringrazialo, digli che gli vuoi bene! Parla!
«Ti voglio bene!»
«Anche io te ne voglio: sono contento che tu ti sia chiarito, so che sarà difficile per te, ma so che voglio rimanerti vicino perché ti voglio bene; sei il mio migliore amico e sei praticamente la mia vita, non potrei rinunciare a te: affronteremo insieme tutto, se mi vorrai davvero vicino!»
«Non chiedo altro!»

Vi abbracciate? Siete belli ragazzi miei: un'amicizia che non sognavo nemmeno, quelle che trovi solo nei libri di qualche scrittore utopista. Ma ora che gli hai detto che sei gay cosa succederà davvero? Le sue parole rimarranno solo parole nella memoria di solo uno dei due? Queste parole voleranno via nel vento di fine inverno, trascinate via con i nuvoloni neri? Starai davvero vicino al tuo amico? Lui, lo hai detto anche tu, inizia un periodo terrificante, inizia un cammino che è tra i più dolorosi della vita, che è come una scalata su una parete pressoché verticale e liscia … tu ci sarai? E tu? Tu, che gli hai aperto il tuo cuore, rivelerai cosa c'è davvero dentro quel cuore? Dirai tutto? Gli dirai che è di lui che ti sei innamorato, che tu non lo vedi più come un amico, che è lui la persona che ti fa venire i brividi, che ti obbliga a sussultare ogni volta che ti sfiora? Glielo dirai? Se glielo dirai cosa farai? Cosa succederà non lo puoi proprio sapere, quindi cosa pensi di fare? Potrebbe scappare … B. te lo ha detto che potrebbe succedere; tu ci hai pensato, certo, ma subito hai cercato di accantonare tale idea: sarebbe atroce, sarebbe la fine per te! Ma allora cosa farai? Continuerai a vivere nella menzogna, magari non più grande come quella di prima, ma comunque con un peso bruto che grava su di te? Sei gay: sei per destino condannato all'incertezza …

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