"Ricordo ancora quando mi svegliai quella sera: lo spuntino nel
pomeriggio mi era scivolato via dallo stomaco, il sole del giorno aveva
lasciato il portico e le porte spalancate sul giardino e, fortunatamente, l'afa
aveva ceduto il passo all'aria.
Galato mi ha svegliato alla solita ora, quando compare la prima stella
della notte, quando tutti stanno preparandosi per andare a dormire.
Dopo essermi levato, una volta che Galato mi ebbe portato la brocca di
ottone, mi sono sciacquato il volto: passatami la mano bagnata tra i capelli
scompigliati mi vestii, pronto.
- Volete qualcosa da mangiare? Da bere?
- No, Galato, ma porta del vino freddo sulle terrazze: magari ne berrò
poi …
E si congedò con il consueto inchino. Una volta che sentii svanire il
suono dei suoi due ciondoli presi a trafficare con le mie carte. Non riesco a
ricordare cosa stessi pensando in quei momenti: ero sicuramente un po' in
trepidazione … in quella notte la luna non avrebbe illuminato con la sua
violenza il resto della volta celeste e le stelle sarebbero state le uniche
protagoniste della notte. So che potrebbe sembrare sciocca questa mia
eccitazione per un cielo limpido, ma davvero allora ogni sera era per me attesa
come fosse un figlio, come fosse un pargoletto aspettato per anni e anni e che
arriva all'alba della vecchiaia …
Mi incamminai verso le scale esterne: Galato aveva già acceso le torce
sulle scale perché non avessi problemi a salire fino alle terrazze; io,
passando, le spegnevo ad una ad una, 'aprendo' così all'oscurità della notte
imminente.
Il sole ormai non illuminava più e anche la prima stella ora non era più
sola nell'immensità celeste, ma a poco a poco veniva raggiunta da tutte le sue
compagne.
- Non c'è neanche una nube, nemmeno verso le montagne
- Bene bene, Galato, va' a spegnere anche le torce sulla terrazza alta,
stasera ci concentreremo sul cielo ad ovest! Mi raccomando, abbassa il paralume
e bada che quella luce lì non si spenga, altrimenti ti toccherà disegnare e
annotare al buio!
Forse ero troppo severo con lui, in effetti era un ottimo servitore e mi
dispiace che non abbia potuto anche lui vedere il b … no, procediamo con calma
…
Mi misi in piedi proprio in cima alle scale e osservai il cielo …
- Galato! Guarda là! Spegni quel dannatissimo lume, non dovrai appuntare
niente per ora: guarda!
Una stella sbriluccicò un po' e poi cadde, scivolò, come una goccia sul
marmo, dal cielo.
Corsi su per le scale all'alta terrazza e cercai di capire dove era
caduta la stella: tutte le stelle sembravano essersi spente verso oriente, come
se al passaggio della loro sorella avessero distolto lo sguardo!
Oriente.
Quella sera non osservai altro se non
quel piccolo pezzetto di cielo in cui la stella si era persa … qualcosa mi
spingeva a quello straccetto di cielo, qualcosa mi obbligava a osservare quel
piccolissimo brandello di orizzonte in cui tutto si era spento …
Passò del tempo dopo questa notte … tutte le sere aspettavo ancora quella
stella, ma niente, il cielo sembrava tornato il solito, quello di sempre … Ma
quella sera in cui una stella era caduta dal cielo non poteva rimanere un
semplice ricordo lontano nella mia memoria, perdersi nei meandri della mia
vecchiaia: un giorno avvistai da lontano una carovana che si avvicinava alla
città e - seppi poi - ciò che interessava a quella carovana ero proprio io.
Erano un gruppo di studiosi dei cieli che avevano sentito parlare di me e delle
mie mappe e che, partiti per un viaggio verso oriente, avevano pensato di
chiedermi consigli e informazioni.
- Perché siete in viaggio verso oriente? - chiesi loro appena si furono
rifocillati, ma loro non risposero subito: si guardarono silenziosi, in dubbio
sul rivelare o no i loro scopi.
- Vedete, Antalcida, noi siamo tutti studiosi delle stelle e dei loro
movimenti e viviamo ai confini con le terre del Grande Fiume, al limitare del
dominio del nostro Gran Re … una notte di un paio di mesi fa eravamo tutti
intenti a studiare il cielo, ad osservare una limpida notte senza luna quando …
- Quando dal cielo è caduta una stella!
- Avete veduto anche voi?!?!
- Sì!
- E vi siete anche voi stupito?!?!
- Certo che sì: non avevo mai veduto una sola stella cadere in tutta una
notte: quando una di loro cade di solito non è mai sola e di solito il luogo in
cui esse spariscono non rimane immerso nell'oscurità!
- Ecco! Anche noi rimanemmo grandemente stupiti di questi fatti e ci
impegnammo immediatamente a capire dove, esattamente, fosse svanita la stella;
fatto ciò, ci ricordammo del sapere antico: "La morte di una stella in
cielo, la nascita di un grande sovrano in terra"
Ci mettemmo subito in viaggio per conoscere un sovrano tale da dover
essere onorato anche dalle forze della natura … ed eccoci qui, in viaggio verso
la Palestina …
- Verrò anche io
E mi misi davvero anche io in viaggio
verso la terra che fu dei Filistei …
Ricordo ancora quando arrivammo
finalmente davanti a quel Re … i miei compagni avevano mal interpretato, in
origine, la verità conservata nel sapere antico: un Re era sicuramente nato, ma
non di quelli con corone e scettri …
Quel bambino mi rimarrà sempre nel
cuore … non potei offrire nulla, io, perché non avevo pensato a prendere con
me, per il viaggio, un dono per il nascituro … loro offrirono oro, incenso,
mirra (doni per un re di questa Terra) … io offrii carezze, sorrisi e solletico
(doni per un bambino che questa Terra avrebbe cambiato!)"
memorie di
uno dei quattro magi