Quando a parlare
sono i giovani spesso si ha l’impressione che non siano abbastanza ‘non
giovani’ per esprimere un’idea degna di attenzione. Insomma è come se la loro
età (anche se sarebbe meglio dire il loro status) non permettesse loro di avere
una mente adatta a ragionamenti di senso compiuto. Pare quasi che la gioventù
non possa concepire altro che idiozie.
È curioso che
quando a parlare sono i giovani gli ‘adulti’ fanno esattamente ciò che
rimproverano, cioè fanno entrare le parole da un orecchio e le fanno
immediatamente uscire dall’altro, senza nemmeno tentare di fissarle per qualche
istante nella mente.
Ovviamente non
tutto il ‘mondo adulto’ appare sordo alle parole dei giovani, perché altrimenti
sarebbe davvero come vivere vite separate, ma parallele, tuttavia ai giovani
pare che queste persone ‘udenti’ vadano via via scomparendo, lasciando il posto
ad un’orda di gente che necessiterebbe di un apparecchio per l’udito!
Ma perché
sarebbe importante ascoltare questa gioventù?
Be’ perché forse
la gioventù ha qualche idea stramba che in realtà potrebbe risultare utile alla
vita reale, perché spesso è dai sogni infantili che ritornano alla mente dopo
molti anni che nascono grandi invenzioni
e straordinarie creazioni, perché forse sono proprio i giovani a dover poter
decidere cosa sarà del domani che in fondo apparterrà a loro. E infatti, su
quest’ultimo punto, sembra ci siano maggiori problemi di sordità: tutti i ‘grandi’
sembrano sicuri di cosa desiderano i giovani, senza, però, provare a conoscere
davvero i loro sogni, senza preoccuparsi realmente delle loro paure, delle loro
domande.
Quando a parlare
sono i giovani torna spesso comodo tappare le orecchie, perché a volte le
denuncie che questi cuori sentimentali fanno sono un po’ fastidiose, perché a
volte le proposte che questi animi ribelli avanzano sembrano rivoluzioni. Ma i
‘grandi’ potrebbero imparare che non è con la sordità che questi desideri si
plasmano, anzi: sogni rivoluzionari e sovversivi, se inascoltati da giovani e
ragazzi, divengono scopi di una vita, diventano pensiero fisso di adulti malati
e arrabbiati, disposti a tutto!
Quando a parlare
sono i giovani non è mai tempo perso, perché son
o le discussioni
dei giovani che potranno modellare idee di domani, sono le conversazioni dei
giovani che creeranno i caratteri di domani, sono i litigi di oggi che creeranno
le speranze di domani!
In Italia la
gioventù è spesso sfiduciata, ancora più spesso arrabbiata. I giovani non sono
altro che piccoli adulti che si barricano dietro a muri di ira e sconforto, e
spesso cedono a piaceri che divengono vizi, poi malattie, poi cause di morte.
Fatalismo? No! Semplicemente una rapida rassegna di quella che è una situazione
triste e trista: ci sono lacrime, ma ci sono odi ancora più abbondanti delle
lacrime!
Cosa fare? C’è
un rimedio immediato a tutto questo?
Certo che no!
Non esistono i maghi, non esiste la bacchetta magica, non c’è la fata turchina
che finalmente ci trasformerà da burattini di legno in bambini veri, ci sono
solo dialoghi, incontri, crescita, esperienze.
Ormai non si
tratta più di un periodo nella vita dei giovani in cui ci si ribella all’ordine costituito, non si tratta più
dell’adolescenza che poi passa e va:
la rabbia e la ribellione sono sempre più duraturi, sempre più ‘aggrappati’ ai
cuori dei giovani, che paiono rimanere ‘giovani’ per più tempo.
Che mondo!
Ma in fondo
tutto il mondo va così!
E, dunque,
dovremmo noi rassegnarci a questo mondo, a questa realtà che – evidentemente –
non funziona?!
No! Non
dobbiamo, ma, soprattutto, non possiamo! Il mondo va forse giù per un pendio
verso il baratro? La soluzione non è arrendersi alla discesa, ma tentare di
tirare i freni, di sistemare davanti alle ruote degli ostacoli perché il
baratro non ci inghiotta!
Quando a parlare
sono i giovani … si trovano parole come quelle che avete appena letto.
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