giovedì 15 gennaio 2015

FOGLIO DI UN ILLUSO SCIOCCO, IO

Quando penso al mio domani non posso non pensare alla fama, alla gloria. E non mi interessa dominare la scena politica del mio paese, non mi preoccupo di essere intervistato in qualche programma televisivo al pomeriggio cosicché mi vedano anziane signore abbandonate o gioventù svogliata e appassionata di parole. Mi interessa che il mio nome sia ricordato da qualcuno, che qualcuno pensi a me come un esempio, che un mio professore possa essere estremamente orgoglioso di essere stato il professore di una tale persona, che io possa scrivere ed essere letto da persone avide di lettura, avide di idee, avide di opinioni anche contrastanti, anche scomode, anche sciocche! Vorrei poter cantare e recitare – finalmente – come sento di poter e dover fare per sentirmi vivo: voglio la stanchezza delle otto repliche settimanali, la fretta che toglie tempo alla lettura e allo scrivere.
Quando penso al mio domani temo il domani che mi sono immaginato: ho paura di questa vita così frettolosa e ansiosa, sempre di corsa a rincorrermi da solo, per trovare un po’ di tempo per qualcosa di semplice e intimo; e diciamocelo, ho paura che tutta questa gente mi faccia sentire anche più solo di adesso! Sì perché nulla ti isola di più che la massa: quando sei con troppi il tuo io si annulla, si azzera per adeguarsi e conformarsi, per essere cosa unica con la gente attorno, e allora ti accorgi di essere solo, perché il tuo io rimane rinchiuso, soppresso dinnanzi alla forza del gruppo. Datemi le poche persone che m’occorrono!
Quando penso al mio domani vedo un sogno, una paura e un’illusione: il sogno di poter vivere dell’arte ch’io amo profondamente con tutto il mio io, la paura di perdermi in questo mio amore per l’arte e perdere tutto il resto, l’illusione di essere in grado di fare tutto ciò che sogno.
Scompare da me ogni dubbio solo quando sono a teatro; non importa se seduto in platea o sul palcoscenico, quando sono a teatro qualcosa cambia e mi dimentico tutto quello che c’è. Le liti in qualche modo si dimenticano, le ansie si sciolgono e si rilassano i muscoli, le preoccupazioni scivolano via.
Quando penso al mio domani non scorgo nemmeno un po’ d’amore, non intravedo neanche un barlume di affetto e sentimento: vedo solo i giorni, le fatiche, le illusioni che me ne faccio: l’amore non mi sovviene, l’amore non è contemplato, come mi fossi condannato io stesso alla solitudine.
Avrò amici e ‘amici’, avrò persone care e conoscenti, parenti e congiunti, ma dove sarà finito l’amore? Davvero perderò tutto nell’arte se riuscirò a realizzare il mio sogno, la mia brama?
Quando penso al mio domani devo pensare alla fama, devo immaginarmi la gloria, e non posso accontentarmi di poco, no!, devo puntare all’eterno, al ricordo sempiterno!
Pazzo forse sarò, egoista e presuntuoso, per nulla una persona buona, ma io non voglio mentire, non voglio passare poi per ipocrita, non voglio nascondere ciò che mi sta nel petto: ora vedo la gloria e la fama come un pezzo di ferro che mi sta sopra e davanti, e vedo questo pezzo di ferro scintillare davanti e sopra di me; nel petto, proprio dove c’è il cuore, sento una calamità che mi spinge e mi attrae là, mi obbliga ad avanzare il petto, mi scuote ad avvicinarmi, ad elevarmi e avanzare!
Malata passione è la mia, eppure sono davvero così, davvero bramo questa cosa materiale e per certi versi effimera, ma il mio animo aspira solo alla grandezza, non è interessato ad altro.

Nemmeno posso immaginare la delusione che seguirà l’infrangersi di ogni mio sogno, nemmeno oso pensare quale sarà la tragedia che ne verrà nella mia vita di misero e infelice presuntuoso!

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