giovedì 8 gennaio 2015

PAROLE DI SERA

Quando la luce del sole svanì oltre le montagne ad ovest avrei dovuto tirare giù le tapparelle di tutta casa. Iniziai dalla sala, poi la cucina e tutto il piano terra, i bagni al piano superiore e le camere, tutte tranne la mia: i lampioni oltre il giardino erano già accesi e lanciavano coni di luce che, attraverso la zanzariera, mi apparivano come sfocati, tipo uno schermo delle vecchie televisioni … Il noce era ormai spoglio e ai piedi del suo tronco una ciambella di foglie marce e umidicce invocava qualcuno di essere infilata nei sacconi neri della spazzatura.
Mi voltai verso la mia stanza e scrutai oltre il fascio della lampada sul tavolo: la mia copia di Gauguin, il mio ritratto - fatto da un'amica pazzoide -, la giacca, lanciata dopo scuola sul letto col piumino giallo, i libri sul comodino, accatastati nella foga della lettura serale, Nicola, il mio peluche, che ormai ha il musetto tutto liso visti gli anni passati stretto a me nella notte, il crocefisso di terracotta, che mia mamma mi ha portato - un regalo di una sua collega a cui era molto legata.
Non so perché, ma mi misi al tavolo e scrissi poche parole, queste parole:
"A te fu donato un qualcosa di grande e grandioso, ti fu regalato un qualcosa di incommensurabile e ineffabile, ti fu consegnato un compito sublime e terribile, e tu che hai fatto? Dunque, ti presenti così dinnanzi a questo giudizio? Nemmeno un po' di vergogna attraversa il tuo volto? Sei così convinto e pieno di te che sei cieco dinnanzi a quello che le tue mani hanno fatto? Davvero sei così sciocco? Che cosa hai fatto?
Tutta l'acqua dei fiumi non potrebbe lavare la mano insanguinata di questo essere immondo che sei diventato! E in verità potrai invocare ogni nume celeste, ma quella macchia  maledetta  non scomparirà, e piangerai e griderai e ti dibatterai, ma la tua colpa oscura ciò che di più bello hai fatto nel mondo! O forse no?
Forse bastano al tuo riscatto i gesti di quei cari fanciulli che sinceramente si abbracciano e sorridono insieme mentre si gioca, forse ti salveranno le lacrime di gioia in un giorno in cui nasce una nuova creatura, forse ti risparmieranno la pena quelle carezze delicate che nascono spontaneamente da due amanti che sono felici se insieme? Ma bada, tu che conoscerai questi miei pensieri, che queste mie parole non siano per te assicurazione che per ogni cosa tu voglia fare ci sarà sempre qualcosa d'altro cui rifarsi, a cui aggrapparsi per garantirti grazia. 
Vivi, poiché tu sei fatto per vivere, ma attento, sii attento e cauto, sii giudizioso, coraggioso, ma non avventato, lungimirante, ma non temporeggiatore. 

Io non so cosa sarà per te, poiché a me non spetta la decisione, ma so che davvero ciò che muove anche le stelle è l'amore …"

Nessun commento:

Posta un commento