Destinatario? Non lo so, sarà la fine di questa 'lettera' a decidere a chi
verranno inviate queste parole.
Stasera è una
sera strana: non scriverò sul mio diario e quelle pagine le ignorerò fino a
domani; stasera c'è aria di stanchezza e sorrisi. Ecco, sì ... domani è una
giornata difficile, una giornata che mette molto alla prova le mie forze, e
questo mi fa sorridere: ci sarà la disperata lotta per trovare la bellezza e la
gioia anche nel domani. Ma la cosa che mi preoccupa è quello riguardo cui sono
stato chiamato a riflettere. Parlo in maniera oscura, ma presto chiarirò.
Sono giorni,
molti e troppi giorni in cui rifletto su molte scelte fatte varcata la soglia
del liceo; mi accorgo di non trovare soddisfazione in una scelta in
particolare, scelta che mi entusiasma tuttora, ma che non mi emoziona. Mi
percorre un brivido se soltanto penso a cosa sto facendo, a cosa mi sto
dedicando, a quanto mi senta inadatto allo studio in università; sento uno
slancio coraggioso e contento, felice anche dopo le molte ore a sudare e
sentire tirare i muscoli. Ma c'è un ma, un ma che ormai sento quasi come parte
irrinunciabile della mia giovane vita: c'è un motivo per cui questo ma ritorna
spesso, perché ci sono due parole, due parole che da sole mi paralizzano, e
sono gioia e servizio.
La prima, la
gioia, è un animo che mi costa fatica, perché sì, sono così irritabile a volte,
perché sono isterico, perché è difficile non cedere alla solitudine.
La seconda,
il servizio, è un animo che mi lascia dubbioso.
Ma che cosa
ho detto? 'Un animo'? Sì, un animo, nel senso latino ... soffio ... è un mio
vezzo, quello di dare significati insignificanti alle parole.
Torno a
servizio. Il servizio. Io sono una creatura che cerca di credere in Dio. Non mi
sento troppo a mio agio a parlarne, purtroppo, anche se potrebbe sembrare,
spesso, che di questo io sia molto fiero. Ebbene, ne sono fiero, ma è così
difficile parlare di Dio senza sembrare dei bigotti. Eppure è così, io ho
bisogno di parlare di Dio, ho bisogno della Domenica, ho bisogno di una vita
scandita da quel momento così particolare. Ed è per questo momento così
straordinario, è per quella persona così misteriosa, Dio, che sono 'tormentato'
dalla parola servizio.
Ho più volte
incontrato, nelle mie peregrinazioni cerebrali e 'spirituali', questa parola e
sempre più spesso mi sono ritrovato a considerare il vero significato che
queste poche lettere in fila l'una dietro l'altra potrebbero acquisire nella
mia vita.
Sono giovane.
Molto giovane. Ma quando verrà il tempo in cui non potrò usare questa
giustificazione?
Sì, sono
stato confuso, un'altra volta estremamente confuso, ma questo è ciò che ho nel
cuore ... è questo che rende difficile ogni giorno, anche quello più felice,
perché quando il giorno è felice sento che la felicità è dovuta a qualcosa di
particolarissimo!
Oggi, oggi ne
è un esempio. Un'ora a spostare scatoloni e riempirsi di polvere, nient'altro,
solo io e Don Sandro ... la più bella cosa; i sorrisi più felici!
Poi di nuovo
a scuola; ho visto quelle bambine scherzare e fare il loro balletto. Felice,
molto. Felice di questa felicità, per la semplicità di quello che avevo
davanti.
Ma poi? Sono
troppo fragile per una qualsiasi altra cosa, e forse sono fragile anche perché
non sono abbastanza 'valoroso' per affrontare qualcosa di diverso da questa
infantile semplicità. Che strada posso seguire allora?
Che cosa
posso scegliere?
Che consiglio
posso ricevere? Da chi?
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