>Lo ammetto: quest'opera è la mia preferita in assoluto! Sì,
insomma, mi dovete scusare già adesso e dovrete scusarmi nuovamente quando avrò
finito … ok, ma forse non avrei dovuto dirglielo: magari non ve ne sareste mai
accorti! - risata - Ebbene ecco … stavolta non vi chiederò che cosa vedete, non
vi chiederò di lanciarvi in una qualche descrizione, non vado ala ricerca delle
vostre personalissime impressioni, no! Davanti a questo particolarissimo
dipinto sarò io a raccontarvi le mie, davanti a questo piccolo capolavoro
dimenticherò il manuale e vi racconterò una storia … Era luglio e c'era profumo
di ciliegie in cucina: nonno le aveva raccolte la sera prima, quando s'era
messo in veranda ad aspettare che la nonna chiamasse per la cena; se ne era
stato seduto per qualche minuto, ma poi, incapace di rimanere lì fermo senza
far nulla, aveva notato che qualche ciliegia poteva essere raccolta: una, due,
tre, dieci, quando sul tavolo se ne furono accumulate un paio di dozzine, nonno
si accorse di non poter lasciare tutto lì, quindi cercò una zuppiera e … e
niente: continuò fino a quando gli sbuffi di mia nonna non sfiorarono gli
ottanta chilometri orari! Erano dolcissime, maturate al sole di un'estate
felice. E insomma, quel mattino la cucina era piena di profumo di ciliegia. Non
so se avete presente: è un profumo fresco, ma avvolgente come una coperta
soffice e tiepida. Mio padre era già fuori nei campo, a sudare nella fresca
aria dell'alba. Presto il sole non avrebbe scaldato nessuno: avrebbe soffocato
chiunque! "Andiamo!" mi chiamò mia nonna. Tutte le mattine io e la
nonna camminavamo lungo la stradina che circondava il paesino fino al forno
dove compravamo il pane per la giornata: man mano che andavamo avanti sentivamo
aumentare quel buon profumo di pane croccante. Il profumo stesso era croccante!
Quel profumo mi manca parecchio: appena uscivamo dal negozio, lasciandoci
dietro il campanellino squillante, la nonna apriva il sacchettone di carta
marrone e mi guardava sorridendo; infilava la sua mano dentro la busta e
"crocreck", quel rumore meraviglioso che preannunciava l'arrivo di un
culetto di uno di quei pani!! Mentre si tornava, poi, era il momento di
salutare tutti. Ma questi saluti non fanno parte di questa storia. Quello che
vi ho raccontato è il 'potere' che ha questo quadro su di me … quando ero
piccolo avevo attorno a me tutta quella fatica che sudava e non si lamentava
nemmeno, non c'era da piangersi addosso perché il quel sudore e in quella
fatica era nascosto il motivo per cui bisognava vivere! No, non era il lavoro,
no, non era la ricchezza, ma eravamo noi, noi piccoli che stavamo a casa e
scorazzavamo in giro felici: quella fatica era il sacrificio necessario al bene
di tutti!<
Tutti stavano lì, in silenzio, e guardavano la sagoma di quell'uomo,
un'ombra proiettata contro al muro: la sua silhouette sembrava far parte del
dipinto e in qualche modo adesso anche lui faceva parte del quadro, delle
pennellate del pittore …
>Vedete … forse non piacere a tutti questo dipinto e temo che troppi
di voi disprezzeranno con arroganza quest'uomo tanto particolare, ma non mi
interessa! Oggi voglio che torniate a casa con solo questo: in un quadro
scovate anche quella poesucola minuscola nascosta chissà dove: sta oltre, non
nelle pennellate sottili o materiche, non in un'infinità di parametri utili, ma
costrittivi … cercate oltre! Da qualche parte scoprirete che ci sono anche cose
che io non vi dirò, che questo manuale non sa!!<
Silenzio.
>Il Cristo Giallo fu dipinto da Paul Gauguin nel 1889 - la sua voce
era tornata piatta - Nell'anno dell'Esposizione Universale di Parigi, un secolo
dopo la Rivoluzione, su un quadro piuttosto piccolo (fate caso alla didascalia
sul manuale!!) compare un crocifisso trapiantato ai giorni moderni: è il mondo
contemporaneo che assiste all'orrore del sacrificio estremo; e l'oggi che tutti
i giorni deve scoprire la propria dose di sofferenza. Tutto per la salvezza,
tutto per il bene, tutto perché - e la voce mutò ancora, fu qualcun altro, nascosto
nell'intimo, a parlare - perché la vita è il servizio dell'altro: in Cristo
crocefisso per l'umanità intera, così come nel sudore dei campi perché a casa
c'è il futuro da crescere. Due sacrifici, sacro e profano, si incontrano … no,
forse Gauguin non volle questo consciamente, ma, di fatto, ha rappresentato
l'amore<
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