Dimentico, man mano che i giorni passano, che cosa
mi ha scosso a Cracovia, quando scoppiavo in lacrime perché ce n'era bisogno e
basta. Dimentico, ma solo perché non mi va di ricordare, questa è la verità:
sotto sotto so per certo di poter tornare a quel sentimento doloroso, quel
dilaniarsi che si strappava dentro di me, ma 'non ne h voglia'. Mi sto
assuefacendo alla non-memoria, sto tralasciando tutto perché … non lo so. Non
lo faccio nemmeno con coscienza. Avviene e basta, senza che qualcuno ci si debba
impegnare.
Non c'è molto da dire, né da fare, né da sperare:
tornerò alla solita vita di prima, con quei problemi che avevo prima, quasi che non sia mai esistita
Cracovia, quasi che le parole che ho sentito laggiù sparissero adesso, come un
niente, come un granello di polvere annegato in una bacinella d'acqua. Sparisce
tutto. Non mi ci impegno nemmeno. Sta passando e non me ne accorgo. Sta
correndo via e non serve più a nulla.
Ho versato quelle lacrime inutilmente. Inutilmente?
Sì, alla fine davvero inutilmente.
Vorrei combattere e reagire. Ma non succede. Forse
non lo voglio davvero: in fondo il mio solito disastro è il mio comfort, lo
conosco, è mio. Che stupidaggine.
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