martedì 9 agosto 2016

I MIEI PIEDI

Mi sono accorto di una cosa, quest'oggi. Stavo leggendo un libro - e no, non cederò a rivelare il titolo di questo libro, perché è una di quelle cose che si confidano al diario, a un amico speciale al massimo - e mentre leggevo il sole caldo mi scaldava i piedi: in montagna fa freddo se stai fermo al chiuso, in una casetta un po' troppo umida ma che è la stessa da vent'anni e non riesci proprio ad abbandonarla per una in una posizione migliore, meno incassata nella montagna. Allora quando il freddo diventa vero e proprio fastidio, e ti innervosisce non riuscire a scaldarti neanche con del tè o una pesante coperta di lana, beh, non puoi fare altro che metterti sul  balcone e aspettare. Io faccio da tanto tempo così: metto la mia seggiola proprio sulla porta, a metà tra il dentro e il fuori, così ho la testa all'ombra  e il libro non viene "bruciato" dal sole, ma i piedi stanno là, a prendersi i caldi raggi solari. Lì - devo ammetterlo - è proprio una bella sensazione, un lieto vivere che mi fa pensare che in paradiso ci si senta così, come quando i piedi gelidi iniziano a scaldarsi: è come vedere un cubetto di ghiaccio sciogliersi nelle calze, ma non lo vedi, lo senti e quel sentirlo nel tuo corpo, in qualche modo, è proprio come vederlo, è come immaginarselo in una maniera poetica, ma non te lo stai immaginando!!
Dicevo, comunque, che in questa condizione - piedi al sole e testa all'ombra, con in mano un libro - ho scoperto una cosa, mi sono accorto di qualcosa. Descrivo sempre le stesse cose. O meglio: c'è sempre il sole, sempre fa caldo e sempre la natura fa casino, cioè è rigogliosa, non viva, ma stra-viva. Sempre sempre sempre! Non capita mai che il paesaggio si riduca a un po' di inverno gelido e basta.
"Ma che assurdità! Ma non è assolutamentissimamente vero!" Mi ha risposto una voce dentro, quella parte logica e razionale che ancora sopravvive e che, ogni tanto, riesce a farsi sentire tra le grida dell'insensatezza. Peccato che la mia parte non troppo raziocinante abbia zittito quest'altra dicendo: "Taci: usi sempre anche la parola assurda 'assolutamentissimamente'! Taci!".
Sì, è proprio vero: ricado così spesso nelle mie solite dinamiche, in quelle poche cose che conosco e che mi pare non mi stanchino mai. Mi va così poco di vedere un bel cielo autunnale, con quel sole strano, quasi assente, che brilla lontano sugli alberi via via più impauriti? Non capita mai di desiderare un giardino in primavera, quando senti il marcio dell'inverno che riscopre cosa significa battere di vita, avere un cuore pulsante? è strano davvero. E poi quell'avverbio folle! Assolutamentissimamente. Che diavolo potrebbe voler dire? Sì, adesso che ci penso non so neanche perché mi piaccia così tanto. Perché riempie la bocca, forse. Mi è sempre piaciuto riempirmi la bocca di baggianate.
Ritorno sempre lì, a quel paesaggio d'estate, quando il sole è caldo e dà fastidio agli occhi - ai miei moltissimo! Ritorno sempre a quel caldo soffocante, anche quando viene mitigato da una leggera brezza, anche quando è soltanto afa e non più calore, quando è umidità pesante  o brucianti raggi di sole assassini.
Anche adesso: soltanto su un balcone, con i piedi al sole d'estate, mi sono accorto di questo. Al sole. I miei piedi. Quante volte parlo dei miei piedi? Moltissime volte anche questo!
"Ma cosa dici? Saranno due volte che tiri in ballo i piedi!!"
Ah. Stavolta cosa rispondi, parte irrazionale, un po' folle? "Eh.. niente" Oh, che meraviglia: sta zitta per una volta! Ma perché adesso ho tirato in ballo anche i piedi? Ah, già, stavo dicendo di quando mi sono accorto di essere un nastro inceppato, un disco che ritorna sempre sulla solita traccia, un'unica canzone che si ripete in loop per ore e ore senza mai fare una pausa. Anche questa è una cosa che mi ha sempre, per così dire, caratterizzato. Un po' un marchio di fabbrica, la mia Z di Zorro! Di solito prendo una canzone e via, la ascolto e la riascolto per ore e ore, giorni e giorni, finché non ne ho la nausea, finché non ricordo ogni minima nota, ogni respiro. Un po' ossessivo.. Ma la mia vera ossessione sono i piedi! Uh, sì, i piedi! Non che io sia un feticista, uno di quelli che si eccita quando vede, tocca, o addirittura lecca dei piedi, no! Io ho un unico tallone d'Achille, e quel tallone sono i miei piedi! Ironia? No, neanche un po': sono la parte più delicata di tutto il mio corpo, quella parte di me che mi preoccupa, cui penso, ogni tanto. è sicuramente colpa del dolore, delle fitte che mi vengono spesso ai lati e a volte sotto, sulla pianta. Sì, è così, ma anche se non fosse così, il motivo non mi importa: i miei piedi sono importanti.
Ma come diavolo parlo?! Come faccio a spiegarmi? Soprattutto, adesso che ho parlato come un pazzo furioso, come posso chiarire, con un po' più di senno, quello che volevo dire? Non lo so davvero. Beh, la frittata è fatta e non c'è molto altro da dire, se non che, che il mondo lo capisca o meno, io ai miei piedi tengo tanto, tantissimo. E ciò è assolutamentissimamente vero! Ah, caspita, di nuovo!! "Ritorni sempre sulle solite cose, sempre a ripetere le solite baggianate insensate e senza interesse alcuno per nessuno, probabilmente neppure per te!"

No, no questo no, mia cara parte folle di me: dei miei piedi, almeno di questo, mi interessa eccome, mi interessa assolutamentissimamente.

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