martedì 4 novembre 2014

4^ LETTERA A G.

[LETTERA SUL POVERINO]
3 novembre ----
Carissimo amico
troppo lontano e troppo poco nei miei pensieri. Oggi sono spinto a scriverti perché è successo qualcosa che mi ha molto turbato.
Ieri sera mi hanno raccontato la storia di un ragazzo di poco più giovane di me. Il 'sugo' della storia è che questo ragazzo, che chiamerò di qui in avanti Aldo (perché non è importante il nome), è un indeciso, un confuso.
Ma non ho intenzione di lasciare questa storia così, mezza all'aria:
Aldo era fidanzato con Agata (anche questo è un nome inventato)e io ti dico che visti da fuori erano uno spettacolo, una meraviglia superba. Li incontravi in oratorio, seduti su un divano a cianciare dei fatti loro e ti si apriva il cuore in un accesso di umana fratellanza. Non so se mi sono spiegato, ma davvero vederli era come incontrare qualcosa di straordinario, quasi divino.
Sorridevano e ridevano complici, legati in una amore giovane e fresco, fatto di carezze e baci appassionati.
Non ti nascondo, però, che qualcosa in quella serenità mi turbava, mi lasciava dubbioso, non in maniera manifesta - ovviamente - ma sotto sotto qualcosa non era soddisfatto di ciò che i miei occhi vedevano.
La loro storia d'amore era una storia d'amore iniziata qualche anno fa - forse due - e prima lui era fidanzato con un'altra: Agata ci moriva vedendo Aldo non con lei e mi ricordo la tristezza nei suoi occhi quando me ne parlava, ma mi ricordo anche quella determinazione nel dire: 'Però io in fondo voglio la sua felicità: se vuole stare con lei spero funzioni'
(Questo me la fece considerare da lì in avanti una delle persone più degne di rispetto ch'io ho fino ad oggi conosciuto, nonostante i suoi comportamenti a volti isterici e logorroici)
Poi, quando finalmente furono fidanzati, ti ho già scritto le scene idilliche di cui erano soggetto, ma non ti ho detto che in questa loro relazione più e più volte c'era stato una sorta di tira e molla, ti prendo e ti lascio, ti voglio e ti mollo.
Fino a ieri non avevo idea del motivo.
Agata mi ha preso vicino e mi fa: 'Stasera mi vuole parlare, dopo ti scrivo, però mi sembrava preoccupato quando mi ha chiesto di parlare da soli, era strano ...'
Io non sapevo che dire e mi sono limitato - Ahimè! - a parole di circostanza.
'Ho paura che sia come le altre volte' dice lei, 'Cosa significa?' chiedo io, 'Non lo sai?!' fa esterrefatta balzando in piedi, 'Cosa non so?' 
Vorrei non averlo chiesto.
Agata e Aldo non si erano lasciati e ripresi per capriccio - forse ripresi, ma non di certo mollati - anzi, la motivazione era decisamente seria!
'Lui .. diciamo che aveva dei dubbi .. credeva di essere gay!'
Apriti cielo! Ecco cos'era quella sensazione! 
Attenzione, non sto dicendo che io mi fossi già presentito che lui fosse omosessuale, perché davvero non lo penso, anzi: in lui avvertivo un'insicurezza latente in quei gesti così appassionati, l'innocenza e insieme la passione che vedevo erano - ora mi è chiaro - accompagnati da una certa timidezza.
Io, ripeto, non so se Aldo sia gay, etero o bisex, non lo so perché non lo si può sapere se non lo sa nemmeno la persona in questione! Però in lui una domanda è ancora viva, me lo sento. E non tanto la domanda se lui sia etero o gay o bisex, no!, piuttosto la domanda che mi sono spesso immaginato nella testa dei giovani: cosa voglio dalla vita?
Comunque.
Il fatale dialogo tra Aldo e Agata avvenne subito dopo la rivelazione fattami da Agata, la quale, finito il colloquio, non mi ha mandato nessun messaggio: si è precipitata a parlarmi!
'Si è fatto Teresa' (altro nome di fantasia)

Ecco la storia di Aldo e Agata, ma mi dirai, che cosa ti ha sconvolto?
Non lo so, in realtà ... so solo che dopo questo mi sono sentito come cadere, mi sono sentito disgustato e un po' commosso da tutto l'operato di Aldo.
E come se per l'ennesima volta mi si fosse parato davanti lo spettacolo vomitevole della meschinità: questo ragazzo è un poverino, che non ha capito cosa sia il sentimento e l'emozione, che - questa è l'idea che mi sono fatto parlando anche con un'altra amica - non concepisce altro che quello che vuole la pancia (nel senso di istinto animalesco e bestiale).
E la cosa che ancor più mi fa rabbia è il fatto ch'io sia mosso a compassione verso questo povero indeciso, questo povero animale che non ha ancora compreso cosa sia la sua umanità!

Oggi è stata una giornataccia, a scuola e fuori, e non so perché. Come se quello che è successo ieri fosse motivo di una sorta di calo di tensione dentro di me: tutto è più debole e lento oggi. 
E la cosa ancora più bella, in questo trionfo di bellezza, è che è iniziata con oggi una fase dell'anno estremamente difficile, non solo con la scuola, ma anche con tutto il resto.
G. vorrei che tu fossi qui, per una volta. Invece che essere sempre lontano.
Scusa se questa lettera ti sembrerà un po' sciocca e sconnessa, però avevo bisogno di scriverla.
Con affetto e con i miei più cari auguri per la tua vita.
J.

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