giovedì 17 dicembre 2015

ANGELO DEL PIANTO

Angelo del pianto, vieni. Oh, da quanto tempo non riesco a liberarmi, da quanto tempo non riesco a sciogliermi nella tua bellezza, nella leggerezza di tante gocce salate che scivolano giù sulle guance. Bruciano, irritano la pelle come graffi dall'interno. Angelo del pianto, oh mio vecchissimo amico, quanto tempo che non corri più a soccorrermi in questi assurdi momenti. Paralisi, orrida sensazione di paralisi: cosa posso fare? Mi costa una fatica immane anche solo distendere un dito verso l'interruttore della lampadina. Sono immoto, che cosa mi manca? Non riesco a respirare. Tremo, oh sì che tremo. Angelo del pianto, rompi questo momento e sciogli ogni barriera, tutto si ridurrà in una melassa inconsistente, incoerente, piatta. Piangerò, con te, mio angelo amatissimo, piangerò! No?! Cosa mi ferma, cosa ti ferma, angelo del pianto? Ti ferma la mia paura? Oh, quale paura? Quella che mi invade tutto, quella che proprio tu sconfiggeresti con il tuo magico tocco, quella che, però, ti spaventa così tanto! Anche a te spaventa, lo vedo, è evidente, ma ti prego, angelo del pianto, supera il tuo timore e arriva a me, ritorna al tuo vecchio amante e amalo nuovamente. Amiamoci, ti prego, angelo del pianto, amiamoci e sarò liberato. Liberami, angelo del pianto. Liberami.

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