Angelo del pianto, vieni. Oh, da quanto tempo non
riesco a liberarmi, da quanto tempo non riesco a sciogliermi nella tua
bellezza, nella leggerezza di tante gocce salate che scivolano giù sulle
guance. Bruciano, irritano la pelle come graffi dall'interno. Angelo del
pianto, oh mio vecchissimo amico, quanto tempo che non corri più a soccorrermi
in questi assurdi momenti. Paralisi, orrida sensazione di paralisi: cosa posso
fare? Mi costa una fatica immane anche solo distendere un dito verso
l'interruttore della lampadina. Sono immoto, che cosa mi manca? Non riesco a
respirare. Tremo, oh sì che tremo. Angelo del pianto, rompi questo momento e
sciogli ogni barriera, tutto si ridurrà in una melassa inconsistente,
incoerente, piatta. Piangerò, con te, mio angelo amatissimo, piangerò! No?!
Cosa mi ferma, cosa ti ferma, angelo
del pianto? Ti ferma la mia paura? Oh, quale paura? Quella che mi invade tutto,
quella che proprio tu sconfiggeresti con il tuo magico tocco, quella che, però,
ti spaventa così tanto! Anche a te spaventa, lo vedo, è evidente, ma ti prego, angelo
del pianto, supera il tuo timore e arriva a me, ritorna al tuo vecchio amante e
amalo nuovamente. Amiamoci, ti prego, angelo del pianto, amiamoci e sarò
liberato. Liberami, angelo del pianto. Liberami.
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