martedì 24 novembre 2015

DI NUOVO CONGEDO DA UN AMICO

Non dimenticarti di me, perché io ti ho amato. Forse non te ne sei nemmeno accorto, forse non ti sei reso conto del mio sentimento, ma è stato davvero così, io ti ho davvero amato e mi dispiace dover scrivere queste parole, adesso.
Quante volte ho già parlato di questo tristissimo momento, quante volte mi sono ritrovato a dover raccogliere tutte le idee in un istante per donarle poi a qualcuno che potesse riceverle e sentirsene consolato! Troppe, ormai, perché anche una volta è di troppo. Ma capita, capita che talvolta ci si senta pronti per compiere l'ultimo, estremo e definitivo - finalmente qualcosa di definitivo nella vita! Capita e stavolta capita ancora a me, non come un capriccio, non come la facile soluzione a qualche difficoltà, non come l'ennesima scenata di una prima donna incontinente. Capita come il risultato di molte, troppe circostanze che si sono sfiorate fino a comprendersi l'una nell'altra. Qualcuno direbbe che è una scelta coraggiosa, e forse qualcosa di coraggioso potrebbe essere davvero rintracciato in un simile gesto, ma quello che non condivido è quel termine usato così spesso: scelta. Fosse una scelta - lo dico sinceramente - non la sceglierei. Ma oggi sono qui, incapace, per inettitudine, per impotenza, per stanchezza, immobile. Non posso reagire, non posso che concedere che l'ultimo atto venga scritto e che tutto si faccia più silenzioso. Ma allora perché scrivere anche quest'ultima volta, perché riempire ancora dello spazio, se si è ormai deciso di lasciare tutto lo spazio del mondo a qualcun altro? Perché qualcuno, temo, si potrà sentire in colpa. Qualcuno si sentirà colpevole, pur non avendone motivo. "è ben ragion ch'io lasci che ridica la cagion del morire, e che l'incida ne la scorza d'un faggio", scrive Tasso, ma non voglio che qualcuno ritrovi motivo di piangere su se stesso, perché l'unica ragione per cui mi sono spinto fino a questa soglia è la mia incapacità, la mia stanchezza.
Sono stanco, stanco e stufo, pieno di noia per colpa di nessuno, se non per colpa mia. è la mia  natura che è inconciliabile con questa realtà, perché sono io che non riesco a sentirmi in pace, mai, sono io che mi sento sempre a disagio, anche quando non ce n'è neppure un minimo motivo!
Vorrei solo che tu non pensassi di aver sbagliato. Perché l'unica persona con cui mi sento arrabbiato sono io stesso. Forse anche con quello che vorrei chiamare Dio, ma non ho mai capito fino in fondo cosa sia davvero e quindi l'ho smarrito.

Non dimenticarti di me.

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