Non dimenticarti di me, perché io ti ho amato.
Forse non te ne sei nemmeno accorto, forse non ti sei reso conto del mio
sentimento, ma è stato davvero così, io ti ho davvero amato e mi dispiace dover
scrivere queste parole, adesso.
Quante volte ho già parlato di questo tristissimo
momento, quante volte mi sono ritrovato a dover raccogliere tutte le idee in un
istante per donarle poi a qualcuno che potesse riceverle e sentirsene
consolato! Troppe, ormai, perché anche una
volta è di troppo. Ma capita, capita che talvolta ci si senta pronti per
compiere l'ultimo, estremo e definitivo - finalmente qualcosa di definitivo
nella vita! Capita e stavolta capita ancora a me, non come un capriccio, non
come la facile soluzione a qualche difficoltà, non come l'ennesima scenata di
una prima donna incontinente. Capita come il risultato di molte, troppe
circostanze che si sono sfiorate fino a comprendersi l'una nell'altra. Qualcuno
direbbe che è una scelta coraggiosa, e forse qualcosa di coraggioso potrebbe
essere davvero rintracciato in un simile gesto, ma quello che non condivido è
quel termine usato così spesso: scelta. Fosse una scelta - lo dico sinceramente
- non la sceglierei. Ma oggi sono qui, incapace, per inettitudine, per
impotenza, per stanchezza, immobile. Non posso reagire, non posso che concedere
che l'ultimo atto venga scritto e che tutto si faccia più silenzioso. Ma allora
perché scrivere anche quest'ultima volta, perché riempire ancora dello spazio,
se si è ormai deciso di lasciare tutto lo spazio del mondo a qualcun altro?
Perché qualcuno, temo, si potrà sentire in colpa. Qualcuno si sentirà colpevole, pur non avendone motivo.
"è ben ragion ch'io lasci
che ridica la cagion del morire, e che l'incida ne la scorza d'un faggio",
scrive Tasso, ma non voglio che qualcuno ritrovi motivo di piangere su se
stesso, perché l'unica ragione per cui mi sono spinto fino a questa soglia è la
mia incapacità, la mia stanchezza.
Sono stanco, stanco e stufo, pieno di noia per
colpa di nessuno, se non per colpa mia. è
la mia natura che è inconciliabile con questa realtà,
perché sono io che non riesco a
sentirmi in pace, mai, sono io che mi
sento sempre a disagio, anche quando non ce n'è neppure un minimo motivo!
Vorrei solo che tu non pensassi di aver sbagliato. Perché
l'unica persona con cui mi sento arrabbiato sono io stesso. Forse anche con
quello che vorrei chiamare Dio, ma non ho mai capito fino in fondo cosa sia
davvero e quindi l'ho smarrito.
Non dimenticarti di me.
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