martedì 17 novembre 2015

RACCONTO (?) SENZA TITOLO

Un giorno mi chiamarono nell'altra stanza, e mi chiamarono con quella solita gentilezza che li caratterizzava entrambi - una specie di spensieratezza cordiale. Io avevo aspettato seduto sul mio sgabello, con le gambe incrociate, un po' traballante. Non appena erano comparsi sulla porta avevo alzato solo il capo, inarcando la fronte per spalancare gli occhi.
- Cosa pensi di fare? - mi chiese quello dei due che conoscevo meno, ma che sembrava sempre il più interessato a sapere cosa mi passava per la testa.
Io rimasi un attimo lì, in silenzio, ben consapevole di dover dare proprio quella risposta che già da tempo ormai mi ero preparato. Sì, ero decisamente pronto per quella domanda, perché da tanto e tanto tempo mi aspettavo che mi sarebbe stata posta: lo avevo percepito nell'aria, come un'elettricità particolarissima, delle puntine sottilissime che graffiavano i calli delle mani. Un sussurro, un alito inconsistente.
- Non penso, in realtà! Questa è la situazione di oggi: sono riuscito a mettermi talmente tanto in discussione che ... che adesso davvero è cambiato tutto. Temo. Un capriccio? Ho pensato che poteva essere solo una delle mie solite isterie, eppure ... eppure no, perché questo che sento non è il dolore, il pianto di una persona isterica. Queste sono le lacrime di una persona che non vuole dire addio a determinati spazi della propria persona, che non riesce a rinunciare ad alcuni cieli che ha intravisto oltre gli alberi ... Sono preoccupato, perché l'angoscia mi dice che non sono sicuro nemmeno di questa decisione che devo prendere! Però una parte di me sembra come convinta al cento per cento che sia questa l'unica via percorribile. Che altro ci può essere? Se il mondo reagisce in un certo modo, posso io rinunciare al mondo? Ho pensato, forse lo penso tuttora, che un uomo non abbia bisogno del mondo, ma la verità è che adesso mi ritrovo a non poter non aggrapparmi proprio a quel tanto disprezzato mondo che mi circonda! Il mondo mi spinge, penso, a prendere alcune scelte, mi ha chiarito che ho sognato tanto e intensamente, ma che una cosa è il sogno, un'altra, completamente diversa!, è la possibilità che nella vita uno può raccogliere o rifiutare. Io pensavo che la mia occasione fosse questa, ma adesso mi viene il sospetto che questa fosse l'occasione di chi mi sognava così, l'occasione di qualcun altro ... qualcun altro, non io. No, però, ora esagero! Non è stato solo il sogno di altre persone, perché in fondo è stato anche il mio sogno, una mia disperata immaginazione che mi proiettava in un mondo miracoloso, fatto di luci e luci e luci. Ma il punto è proprio su queste luci. Non sono davvero, profondamente, incondizionatamente portato alla luce: ho la necessità di una vita che vada al di là di quello che voi definite 'la dura vita che abbiamo scelto', perché non sono pronto, il mio cuore instabile e troppo fragile non può sacrificare se stesso, rinunciando a ciò che è, a ciò che brama, a ciò di cui ha bisogno. Sono una persona particolare, come tutti direbbe qualcuno, ma la mia particolarità, lo avrete compreso, è di essere una contraddizione vivente. Uomo, eppure bestia. Questa contraddizione l'abbiamo un po' tutti, quando sentiamo quell'istinto particolare. Tuttavia la mia bestia è una creatura con una certa peculiarità, perché mi spinge a qualcosa che la mia parte 'umana' rigetta con tutto se stesso. Sono un uomo, spero in Dio, ho bisogno di aggrapparmi a quel Creatore, e sono bestia, un uomo che ha bisogno del corpo e dei piaceri del corpo, un uomo che ha scoperto l'amore solo davanti a due creature meravigliose, due uomini! Ecco, ecco la contraddizione che, oltre che essere l'ostacolo sulla via per una mia serena esistenza, è l'ostacolo a quest'avventura che avevamo pensato di vivere assieme. Il vostro mondo, fatto di luce, non è adatto a questa piccola scintilla tremolante che sono io, perché questa scintilla avrà sempre e solo bisogno di una brace ardente più grande e meno fatua di un paio di lampadine. Non ho bisogno di luce, di neon e fari puntati qua e là, di lampioni! Ho bisogno di fuoco, caldo e luminoso, di fuoco ardente, di vera fiamma. Il vostro mondo è meraviglioso, un mondo che profuma miracolosamente e che sa di qualcosa di sorprendente, ma io ho anche bisogno di altro, di un gusto più genuino, di un profumo più casalingo ... ho bisogno di un angolo che il vostro mondo mi vuole negare. Ecco, ecco tutto, ecco perché oggi non so cosa scegliere, ecco perché oggi non posso rispondere solo 'Addio, me ne vado, è stato bello, finché è durato'. Non posso, non posso finire così, perché il vostro mondo è così bello per una certa parte di me che spero sempre che ci sia un modo, una qualche maniera perché queste due galassie lontane si incontrino, finalmente! Non posso rinunciare, non posso arrendermi senza prima un'ultima, disperata, appassionata, straziata lacrima davanti a voi -
Mi guardavano entrambi, con uno sguardo serio e attento. Ovviamente non avevo risposto con le parole che avevo a lungo meditato.

Nessun commento:

Posta un commento