giovedì 20 agosto 2015

INIZIATA LA LETTURA DI 'IL LUPO DELLA STEPPA', HERMANN HESSE

Ho appena iniziato, sono a un terzo della narrazione eppure non posso fare a meno di fermarmi e di accorgermi che tante e tante parole non sono affatto riferite a questo Harry, ma proprio alla persona che si sta impegnando a leggere quest'opera. Quasi un libro profetico che mi viene incontro con le sue considerazioni veritiere, quasi strappate alla mia esistenza, quasi che Hermann Hesse volesse proprio parlare a creature come me. Se osservo tutti i punti in cui ho messo un segno, in cui ho lasciato un memo per il futuro, mi rendo conto di quanto sia stato sciocco a non sottolineare direttamente ogni parola: inciampo così spesso, con così tanta facilità incrocio un pensiero a me affine, con assurda semplicità scivolo su idee nate anche nel mio cuore. Sto trovando il modo di esprimere molte cose che erano spesso state solo immagini nella mia mente, cose che fino ad oggi meritavano appunto solo questo nome, 'cose', perché non erano altro che fibre inaccessibili alla mia corta capacità mentale. Perché ho aspettato così tanto tempo a incontrare queste pagine? Avrei potuto descrivermi al mondo con molta più facilità, se avessi prima conosciuto un tale libro! E in molti mi hanno sempre consigliato quest'opera, e spesso mi è capitato di dover elencare i libri letti di questo autore, dovendo io sempre ammettere di non aver ancora sfogliato questi fogli! Cosa mi ha tenuto così a lungo lontano da questo documento? Forse la stessa forza che oggi mi attanaglia e mi costringe a proseguire con una foga smisurata?
Ci sono troppe parole che mi accendono un infinito sospetto, mentre continuo: questo sospetto (che mi ha obbligato a fermarmi per riflettere un poco a proposito) è come una malcelata diffidenza verso l'autore di queste parole. Provo verso Hesse una terribile sensazione, e m'immagino a squadrarlo tutto, alla ricerca di un qualche dettaglio che mi sveli quali siano le sue losche intenzioni nascoste! Mente malata, parli ancora come un folle! Però è così: si cela un terribile segreto, ai miei occhi, dietro quest'opera che m'è così affine, così vicina … Posso trovare altre parole? No, posso solo tentare di cercarne delle altre, perché è un po' come trovarsi davanti a un insolvibile mistero arcano e non avere assolutamente le capacità per affrontarlo e risolverlo. Rimangono continui e assillanti interrogativi, persistenti, asfissianti: qualcosa che non mi sconfinfera mi obbliga ad arrovellarmi. Sono pagine troppo preziose, troppo straordinarie, eppure sono consegnate alla mia persona con un'innaturale, insensata semplicità, quasi che fosse tutta una banalità, quando, al contrario, si tratta di una vita, della mia vita! Dovremmo ricominciare da capo a riconsiderare tutta la nostra vita, dopo certi incontri: ci sono avvenimenti che stravolgono un'esistenza, che mettono in discussione, in un solo istante, anni e anni di consuetudini e ricordi; così per 'Il lupo della steppa'! Mi ritornano alla mente migliaia di istanti, di attimi inafferrabili di questi miei pochi anni di vita in cui, ora, riscopro l'eco di queste parole di Hesse.

Non so cosa sarà d'ora in avanti, perché ho come l'impressione che da adesso inizia una nuova fase: da qui, dalle cinque di pomeriggio di una giornata piovosa nella mia casa in montagna, si dà inizio ad un nuovo percorso un po' diverso, necessariamente condizionato da alcune delle parole più straordinarie che qualcuno abbia mai osato accostare all'anima mia. D'ora innanzi sarà tutto costretto da questo momento, deviato come da una carica elettromagnetica, perché lo spazio della mia vita è ora modificato, turbato da una nuova presenza inaspettata che obbliga la fisica dei miei pensieri e delle mie scelte a svolgersi secondo nuove, o almeno modificate notevolmente, leggi. Tutto era già compreso dentro di me, tutto ciò che sto riscoprendo in Hesse, ma fino ad oggi tutte queste parole non erano in me che fumo, fumo evanescente e inconsistente. Da qui molto di ciò che era etere in me può emergere con una forma più stabile, può affiorare con una sicurezza e una certezza ch'è stata da tempo ricercata. Non ho imparato, né imparerò alla fine del libro, la felicità cui anelo, la serenità che bramo più d'ogni altra cosa; tuttavia conosco adesso un modo di chiamare ciò che sono, ed è sempre un piacere conoscere un po' di più di se stessi!

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