Ho appena iniziato, sono a un terzo della
narrazione eppure non posso fare a meno di fermarmi e di accorgermi che tante e
tante parole non sono affatto riferite a questo Harry, ma proprio alla persona
che si sta impegnando a leggere quest'opera. Quasi un libro profetico che mi
viene incontro con le sue considerazioni veritiere, quasi strappate alla mia esistenza, quasi che Hermann Hesse
volesse proprio parlare a creature come me. Se osservo tutti i punti in cui ho
messo un segno, in cui ho lasciato un memo per il futuro, mi rendo conto di
quanto sia stato sciocco a non sottolineare direttamente ogni parola: inciampo
così spesso, con così tanta facilità incrocio un pensiero a me affine, con
assurda semplicità scivolo su idee nate anche nel mio cuore. Sto trovando il
modo di esprimere molte cose che erano spesso state solo immagini nella mia
mente, cose che fino ad oggi meritavano appunto solo questo nome, 'cose',
perché non erano altro che fibre inaccessibili alla mia corta capacità mentale.
Perché ho aspettato così tanto tempo a incontrare queste pagine? Avrei potuto
descrivermi al mondo con molta più facilità, se avessi prima conosciuto un tale
libro! E in molti mi hanno sempre consigliato quest'opera, e spesso mi è
capitato di dover elencare i libri letti di questo autore, dovendo io sempre
ammettere di non aver ancora sfogliato questi
fogli! Cosa mi ha tenuto così a lungo lontano da questo documento? Forse la
stessa forza che oggi mi attanaglia e mi costringe a proseguire con una foga
smisurata?
Ci sono troppe parole che mi accendono un infinito
sospetto, mentre continuo: questo sospetto (che mi ha obbligato a fermarmi per
riflettere un poco a proposito) è come una malcelata diffidenza verso l'autore
di queste parole. Provo verso Hesse una terribile sensazione, e m'immagino a
squadrarlo tutto, alla ricerca di un qualche dettaglio che mi sveli quali siano
le sue losche intenzioni nascoste! Mente malata, parli ancora come un folle!
Però è così: si cela un terribile segreto, ai miei occhi, dietro quest'opera
che m'è così affine, così vicina … Posso trovare altre parole? No, posso solo
tentare di cercarne delle altre, perché è un po' come trovarsi davanti a un
insolvibile mistero arcano e non avere assolutamente le capacità per
affrontarlo e risolverlo. Rimangono continui e assillanti interrogativi,
persistenti, asfissianti: qualcosa che non mi sconfinfera mi obbliga ad
arrovellarmi. Sono pagine troppo preziose, troppo straordinarie, eppure sono
consegnate alla mia persona con un'innaturale, insensata semplicità, quasi che
fosse tutta una banalità, quando, al contrario, si tratta di una vita, della mia vita! Dovremmo ricominciare da capo
a riconsiderare tutta la nostra vita, dopo certi incontri: ci sono avvenimenti
che stravolgono un'esistenza, che mettono in discussione, in un solo istante,
anni e anni di consuetudini e ricordi; così per 'Il lupo della steppa'! Mi
ritornano alla mente migliaia di istanti, di attimi inafferrabili di questi
miei pochi anni di vita in cui, ora, riscopro l'eco di queste parole di Hesse.
Non so cosa sarà d'ora in avanti, perché ho come
l'impressione che da adesso inizia una nuova fase: da qui, dalle cinque di
pomeriggio di una giornata piovosa nella mia casa in montagna, si dà inizio ad
un nuovo percorso un po' diverso, necessariamente condizionato da alcune delle
parole più straordinarie che qualcuno abbia mai osato accostare all'anima mia.
D'ora innanzi sarà tutto costretto da questo momento, deviato come da una
carica elettromagnetica, perché lo spazio della mia vita è ora modificato, turbato
da una nuova presenza inaspettata che obbliga la fisica dei miei pensieri e
delle mie scelte a svolgersi secondo nuove, o almeno modificate notevolmente,
leggi. Tutto era già compreso dentro di me, tutto ciò che sto riscoprendo in
Hesse, ma fino ad oggi tutte queste parole non erano in me che fumo, fumo
evanescente e inconsistente. Da qui molto di ciò che era etere in me può
emergere con una forma più stabile, può affiorare con una sicurezza e una
certezza ch'è stata da tempo ricercata. Non ho imparato, né imparerò alla fine
del libro, la felicità cui anelo, la serenità che bramo più d'ogni altra cosa;
tuttavia conosco adesso un modo di chiamare ciò che sono, ed è sempre un
piacere conoscere un po' di più di se stessi!
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