Hermann Hesse ha scritto che non sa bene cosa
colpisca così tanto i giovani della sua opera, l'opera di un cinquantenne e non
di un ventenne che impara a diventare adulto. Forse noi giovani proiettiamo,
con il nostro solito vittimismo, tutto ciò che ci portiamo dentro contro le
parole di quest'uomo. Ma oggi parlo per me: io voglio solo ringraziare, perché
anche se forse è solo colpa del mio egoismo di giovane, perché anche se forse è
solo colpa della mia gioventù lacrimevole e che si compiace nel piangersi
addosso, perché nonostante tutto questo il signor Hesse ha insegnato delle
nuove parole a questo stupido ventenne. Questo libro rimarrà sicuramente nel
mio cuore, perché in un processo come quello della crescita verso un'età più
adulta, m'ha concesso una sorta di iniezione di coscienza e consapevolezza.
Chiudo così, rileggendo con trasporto - non so se
un po' troppo - le pagine che più m'hanno colpito.
Nessun commento:
Posta un commento