Mi sono alzato e mi sono chiesto: come faccio a non
dimenticare ciò che ho appena visto? Ho subito cercato di ripercorrere il mio
sogno e … ho incominciato a ripetermi ogni dettaglio, ogni minimo aspetto:
richiamavo in continuazione alla memoria tutte le immagini ed eccomi qui,
adesso, con un po' di tempo, finalmente.
Non so cosa ho sognato, non so nemmeno perché ho
sognato. Però penso di aver sognato questa creatura angelica solo perché
durante il giorno, da sveglio, cerco di dimenticarmene, cerco di ignorare il
suo viso che mi appare ogniqualvolta chiudo gli occhi. E penso anche che questo
sogno mi sia arrivato come consolazione, come carezza …
Quando mi sono addormentato ho salutato la giornata
contento di separarmene, ne ero decisamente stufo, decisamente annoiato. Ero
anche arrabbiato, forse, perché quando mi sono addormentato ho dovuto ripensare
ad alcuni tristi momenti in cui, per l'ennesima volta, ho dovuto discutere per
il modo in cui sono fatto. Oh, il modo in cui sono fatto! Che noia, tutte le
volte torniamo sempre a questo punto.
Basta.
Bene, ho sognato. Stavolta ricordo che era da
qualche notte che non mi visitava un sogno. è
curioso che sia stato proprio un angelo ad apparirmi in sogno. Una sorta di
annunciazione profana (profanissima!) che mi ha visitato di notte, quando sei
solo, immerso nella più profonda delle caverne di cui tu sei fatto. Un angelo è
venuto a trovarmi, a portarmi una notte strana, in cui ogni problema della vita
del giorno pare dimenticato: nel sogno le cose impossibili succedono, questo è
ovvio, ma ancor più meraviglioso è che tutto sembra vero, e come se fosse vero
lascia delle tracce nella tua anima, nel tuo cuore, così che, anche qualora il
sogno svanisse, le sensazioni rimarrebbero sempre e comunque. Così mi ha
visitato il mio angelo.
Quanta gente!
è estate e fa caldo. Un luogo che
mi ha visto correre quand'ero piccolino, uno di quei posti in cui cresci giorno
dopo giorno. Ah, ecco sì, il sagrato della chiesa non lontano da casa. è estate, decisamente: sono tutti in
pantaloncini e maglietta.
Non sono
affatto piccolo: sono proprio io. C'è
anche lui. Gioca con dei bambini: sembra un gigante in mezzo a quelle testoline
matte che sono appena uscite dall'asilo. Si diverte e la sua pelle, le sue
gambe scoperte, giocano con la luce del sole. Oh sì, penso proprio che ci sia
il sole: c'è una luce strana.
Io entro al
fresco, lo lascio fuori.
C'è gente,
dentro, e si ride. Si ride sempre. Quanta gente!
Perché non
sento nemmeno una parola? Ah già … però, senza che nessuno dica una parola, mi
dicono se possono avere da bere. "Certo!" - non lo dico. Vado in
cucina.
Oh … ma non
era fuori a giocare. è di
schiena, si lava le mani. Non siamo in cucina, però: questo è un bagno. Boh.
Quando si accorge che qualcuno è entrato gira la testa.
Sorride.
Mi sveglio?
Forse non mi
sveglio. Continuo a dormire fissando quel sorriso gentile.
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