martedì 27 maggio 2014

IL MOMENTO

È il momento, tutto culmina in questo, giorni e notti bruciati, sudore e fatica, sacrifici, tutto per arrivare a questo. Le luci lampeggiano, una, due, tre, quattro volte, poi un campanello attraversa i corridoi. Le luci diminuiscono la loro intensità e tutto scende nella penombra. Tutto è in silenzio, tutto attende. Una sola luce è ancora accesa, sfolgorante. Un piccolo cerchio di luce immerso nell'oscurità. Il parquet nero scintilla là dove è baciato dal fascio, tutt'attorno tutto è vuoto. I respiri pian piano rallentano e i battiti del cuore diventano sussurri profondi.
È il momento, quando tutto può cambiare e quando tutto può finire, per un nuovo inizio. È il momento. Hai faticato, hai sudato sacrificando ogni tuo istante, ogni tua forza, ogni tuo sogno. È il momento.
Cammini, il passo è leggero ma deciso. Le mani sono strette in due pugni nervosi. Le braccia rigide lungo il corpo. Il capo basso, osservi il cammino fino al cerchio di luce, cerchi un percorso sicuro, ma non si vede nulla, solo quel cerchio di luce: l’arrivo di tutto, l’inizio e la fine di tutto.
La luce è accecante, il faro puntato negli occhi ti impedisce di vedere la platea, le guance e la fronte iniziano a sudare: è ora.
Un pianoforte, quasi sottovoce, inizia a riempire l’ambiente, le note si susseguono armoniose, soffici, dolci. È adesso, inizi a cantare, il microfono che hai sulla guancia afferra ogni tua parola e la restituisce alla sala. La voce e il pianoforte vanno insieme, si accompagnano a vicenda, come se l’uno fosse indispensabile per l’altro e viceversa: l’uno senza l’altro non esiste. Le parole fluiscono da sole, sanno quando devono uscire, tu non devi fare altro che mettere te, entrare nella musica e lasciarti coinvolgere, lasciarti riempire. Le note e le parole sembrano compiere una danza perfetta. Poi è l’orchestra:il pianoforte e la voce tacciono, pochi secondi, per riprendere poco dopo, ma ora ad accompagnarli ci sono violini, arpe, viole, flauti, violoncelli, contrabbassi, oboi. L’emozione è la voce, ogni parola abbraccia mille note, ogni parola è abbracciata da ogni suono, la sinfonia di colori si condensa e una cosa sola è il risultato, non ha un nome preciso, ma quei suoni e quella voce sono una sola cosa, una solo unica e indissolubile cosa, una magia immutabile.
La platea è in silenzio, ascolta attenta, lei è partecipe silenzioso di quella magia sensazionale, di quell'incanto straordinario. I colli sono rivolti al cerchi di luce, le orecchie accolgono i suoni come in un abbraccio continuo, le membra si irrigidiscono nell'attenzione, i muscoli della bocca si serrano in una morsa nervosa: tutto su quel palco, non c’è null'altro, ci si dimentica di tutto perché tutto è lì, è un canto, una musica magica.
Tu continui a cantare, la tua voce viaggia con le sue compagne, note di mille strumenti. Tu continui a cantare, apri il petto per prendere fiato, alzi una mano lontana, emozionandoti; il tuo cuore pulsa incessantemente con ansia, mentre il tuo volto non nasconde i tuoi sentimenti, mentre i tuoi piedi sprofondano pian piano nel parquet, come se tutto si stesse sciogliendo. Continui a cantare, i silenzi e le parole, le note e le pause.
Sta arrivando, presto dovrai faticare per l’ultima volta, e quell'ultima fatica sarà tutte le precedenti e una sola, sarà quella che farà finire tutto, ma che stabilirà una nuova partenza.
I suoni crescono in intensità, il crescendo finale, la musica, che già riempiva il teatro, adesso inizia a premere sulle pareti, la sua potenza è troppo grande, è troppa l’energia, ma tu la segui, la rincorri, la raggiungi.
I muscoli sono tutti tesi, il cuore sembra fermarsi, le braccia sono aperte, il viso è rivolto al cielo. Ora è sparita la platea, ci sei solo tu e la musica, anzi solo la musica: ora tu sei parte della tua musica, null'altro.
Silenzio.
Grazie. Solo una parola esce dalle tue labbra mentre la platea applaude, le luci si stanno accendendo, non tutte, ma adesso il faro è spento e lui vede tutti, vede quei volti, qualcuno è emozionato, qualcuno è colpito, a qualcuno è solo piaciuto, ma qualcuno è cambiato, tu per primo. 

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