martedì 7 ottobre 2014

LE BACCANTI parte prima

Scendeva a poco a poco, un’onda sottile che avanza lentamente, un velo diafano steso con leggiadria, la notte. Al calore del sole si affiancava l’ascesa delle tenebre, ma queste erano ancora, in un certo qual modo, incerte, timide. Il caldo del giorno, che a fatica nelle ore diurne si era conquistato il dominio del creato, tristemente abbandonava gli alberi e le pietre, lasciava soli gatti e lucertole: una fresca coltre iniziava ad assalire ogni cosa, tentando di espugnare il tepore del sole.
Dunque vi era una battaglia, un conflitto vero e proprio che investiva tutto, indistintamente; non il sangue era lasciato sul campo, non cadaveri né feriti, ma solo perché non macabra non si neghi fosse battaglia.
Quando, poi, il sole svanì finalmente dietro le montagne scure, quel crepuscolo delicato e soave cadde nel freddo e nell’oscurità più opprimente: la battaglia, una delle tante che compongono l’infinita guerra del tempo, era vinta, vinceva la notte sul giorno.
Mentre questa guerra infuriava, comunque, la vita dei ‘civili’ trascorreva senza feriti, senza stragi, senza anche la pur minima preoccupazione.
Abbattuti, stanchi e affamati si tornava a casa dopo la giornata di lavoro, tutti – ovviamente – pensando ai propri affari, tutti – è scontato – preoccupati per la cena, tutti – è innegabile – impegnati a guardare se stessi e nulla d’altro. Immagine significativa di questo esodo?
Via Andrea Costa sfilava con le sue due corsie verso il centro, salendo gradualmente tra alti condomini; le automobili erano tutte puntate con il muso verso la periferia, allo stesso tempo disposte ordinatamente e alla rinfusa – come sempre appare una coda in autostrada, ad esempio; la corsia che saliva alla città era pressoché sgombra. In auto tutti sedevano rigidi e immobili, stufi e arrabbiati, con la faccia tesa e silente, tutti a passare in rassegna gli errori degli altri, a ricordare le sventure (proprie) della giornata.
Se questo sia uno degli effetti collaterali del progresso, il fio che dobbiamo pagare per i nostri agi non è qui che si discuterà, però, in quella strada, su uno dei due marciapiede, solo a risalire la via verso il centro qualcuno stava pensando al mondo, al progresso, alla società.
Benedetto rifletteva come riflettono tutti – o quasi – gli adolescenti.
Erano le prime domande che il mondo gli poneva e in qualche modo si sentiva alquanto inorgoglito del fatto che quelle domande fossero poste proprio a lui. Certamente riconosceva che quei quesiti erano universali, ma ogni volta che rifletteva si accorgeva che per ognuno non potevano essere proprio le stesse, che qualcosa, in quella sorta di questionario che l’adolescenza ci propone quando ci accoglie in se stessa, di caratteristico per ciascuno.
Be’ quella sera, mentre il sole era ormai calato verso ovest e le montagne a nord si erano ammantate di nero, la domanda che gli toccava di quelle ‘scritte’ dalla sua età era una delle domande più comuni: cos’è l’amore?
Non sapeva perché, ma quel ‘paesaggio’ di desolazione urbana, con le macchine simili a scatolette di sardine che ospitano uno solo di questi pesciolini stiracchiati, con il sole che si è stufato di scaldare uomini tanto antipatici, gli provocava una strana sensazione di rilassatezza ed era proprio in uno di quei momenti che, immancabilmente, si presentava una di quelle grandi domande sulla vita e sull’esistenza.
Allora aveva accettato la sfida e ponderato bene il quesito in cui era imbattuto per caso.
'Cos'è l'amore? L'amore sono i miei genitori quando si sposarono, l'amore è una mamma con il proprio bambino, amore è ... ho dato solo esempi?! Sì, mi vengono in mento solo e soltanto esempi, non riesco a trovare una definizione ... che scemo che sei, certo che non trovi una definizione! I gradi filosofi antichi e moderni hanno fallito nel definire l'amore e pensi di poter arrivare tu è dare la risposta così, in un batter d'occhio? Però adesso voglio sapere ... che cosa diavolo è l'amore? Be' è un sentimento e fin qui non ci piove ... no?! Dici che ci piove invece?! Beh sì perché forse dire che è un sentimento è riduttivo, forse sarebbe meglio dire che è un'emozione?! Si mi soddisfa già un po' di più: l'amore è un'emozione che nasce da ... che nasce da? Nasce? Dove nasce l'amore? Forse è più importante questo, cioè capire dove nasce, prima di provare  a individuare l'origine ... dici che è la stessa cosa? No io non credo sia la stessa cosa: dove nasce significa capire se è una cosa celebrale, o se nasce nella pancia, o nel cuore ... capire da dove nasce significa, invece, capire perché, stimolato da cosa ... oddio che confusione! Ricominciamo: cos'è l'amore. Un sentimento, no!, un'emozione ... beh insomma qualcosa che nasce dentro, nello stomaco o nella pancia che sia, sicuramente non nel cervello! Ma siamo sicuri che non nasca nel cervello? Eddai ci sono quelli che si innamorano della mente di un altro, delle sue idee ... quando succede è il cuore che si innamora della ragione o è la ragione che si innamora? Caspita ancora più casino sto facendo! ... Forse una cosa l'ho capita, però ... Ho capito perché nessuno ha mai dato una risposta soddisfacente alla domanda cos'è l'amore: a ogni possibile risposta sorge, in ognuno, un piccolo dubbio, una piccola critica che di fatto fa crollare il tutto! Ma in effetti non era la risposta che cercavo: chissene del perché tutti hanno fallito. Io devo capire. Cos'è l'amore? Riproviamo con gli esempi, magari esce qualcosa di buono ... dunque dicevo: amore erano i miei genitori il giorno del loro matrimonio, belli, vestiti tutti impeccabilmente, sorridenti davanti alla macchina fotografica, dietro il tavolo con la tovaglia bianca a tagliare l'enorme tortona che si sono fatti preparare con i loro gusti preferiti; amore  è una mamma con il suo bambino, quando si guardano intensamente come se null'altro ci fosse al mondo, e gli occhi dell'una osservano quell'esserino straordinario, che in un corpicino racchiude in sé il segreto più grande del mondo, quello della vita, e proprio questo esserino osserva colei che è, di fatto,  l'unico amore vero e stabile che mai potrebbe sognare, non importa se il loro rapporto fallirà, tra loro ci sarà sempre un filo che, sebbene invisibile, li legherà in eterno, qui ed oltre; amore però è anche un bambino orfano - o abbandonato - nelle braccia di una donna che ha deciso di prendersene cura, non importa se per desiderio - egoistico - di maternità, no! ha accolto la creatura e l'ha accolta come Sua, non come figlia di altri in casa, come Sua!; amore sono Annalisa e Dario, che si amano come ci amiamo noi alla nostra età, scrivendosi notte e giorni, terminando ogni messaggio con un cuore di un qualche colore, sentendosi tristi quando uno o l'altro è triste, sentendosi morire se non si vedono ogni sei ore per almeno altre otto!; amore è anche un padrone e il suo cagnolone bavoso?! forse sì, massì consideriamo anche questo amore, in fondo anche tra loro - credo io - si instaura qualcosa, una sorta di relazione ... comunque non mi sembra di essere riuscito a trovare un indizio facendo questa rassegna: sono come prima. Cos'è l'amore? Io sulla mia pelle l'ho provato? Se lo ritrovo tra le mie esperienze personali forse posso tentare di definirlo meglio. Allora ... amore amore amore ... cosa ho vissuto: sono figlio e credo di essere amato, ma l'essere amato non mi comunica alcuna caratteristica particolare, so solo che fa piacere essere amati, anche quando la mamma, che mi ama, sembra opprimermi in un certo senso ne sono grato .. però non mi aiuta con la mia definizione; sicuramente non so cos'è l'amore coniugale: sono un ragazzino!; poi non ho ancora provato cosa sia l'amore sinceramente, non mi sono mai innamorato come Annalisa e Dario quindi ...; nemmeno ho avuto un cane o un gatto .. nemmeno un pesciolino rosso in effetti! Be', adesso che mi sono detto questo mi sento un po' depresso: che vita penosa! Sembra proprio la vita di uno sfigato apatico e asociale, eppure conosco gente, sono estroverso, ho amici ... ho amici! Forse l'amore ha qualcosa a che far con l'amicizia?? Non credo proprio, cioè sono cose simili, forse collegate alla lontana, ma non credo che provare una delle due sia come provare l'altra, non credo che in amicizia ci sia dell'amore e viceversa: ciò che è amicizia è amicizia, ciò che è amore è amore! No?! Boh. Bastardo mi hai quasi preso sotto! Grazie per avermi fatto passare! Corri corri prima che anche questo cambi idea! Dov'è l'appuntamento? In Piazza Puccini? No! Forse abbiamo detto Gramsci!'

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