Circa dodicimila anni fa le stirpi degli Elfi di Kander si radunarono
nella Piana di Radragar dinnanzi al cospetto del sovrano di Bosco Ertreh, il
quale aveva convocato tutte le generazioni del Kander-Dar perché così gli era
stato ordinato dalla Regina.
Uno spettacolo mirabile era l'immensa vallata erbosa, tutta occupata
dalle alte ed eleganti tende di seta blu e verde; al vento si scuotevano i
lunghi stendardi di ogni famiglia e verso il cielo si elevavano i fumi delle
lampade profumate poste davanti alle entrate. Al centro della piana, poi, era
stata eretta la tenda di Re Grathe, di Bosco Ertreh. Davanti alla sua dimora
non ardeva una lampada comune, ma un grande braciere di bronzo che spandeva
nell'aria un denso fumo biancastro, che
saliva e saliva, arrampicandosi a poco a poco verso il cielo, smanioso di
raggiungere le nubi.
Quando venne il momento tutti gli Elfi si radunarono attorno al braciere,
abbandonando senza troppe preoccupazioni ogni loro avere, tutti in attesa
dell'evento per cui erano tutti accorsi.
Tutti i figli di Kander erano presenti: gli agili Elfi delle Pianure del
Merg, i solitari di Scoglio del Tramonto, gli abitanti di Bosco Ertreh e quelli
di Bosco Heleina, tutti …
Il sole presto sarebbe stato a picco sul braciere e le ombre allora
sarebbero svanite sotto i piedi delle alte creature, proprio allora la seta
venne scostata e Re Grathe, avvolto nelle sue regali vesti, avanzò fino al
braciere, con la grande testa rasata baciata dal caldo sole.
Dinnanzi al braciere alzò le braccia e chiuse gli occhi intonando il
canto del rito: tutte le stirpi del Kander risposero col ritornello, unendosi
poi a canto sovrastando l'esile voce del sovrano.
Finito il canto il sovrano cadde in ginocchio, ai piedi del braciere.
L'intera valle seguì il suo esempio e tutti caddero immobili, chini e col
capo verso terra, gli occhi serrati; in un attimo i rumori della natura si
persero in un silenzio innaturale: anche i ruscelli sembravano ora immobili, il
vento pareva sconfitto e svanito.
Il sovrano alzò il capo e aperse gli occhi verso la luce del sole.
Il fuoco smise di ardere e il fumo si dissolse.
La sua voce esile e anziana iniziò a invadere l'intera valle, giungendo
nitida e chiara anche a coloro che si trovavano più lontano: tutti udirono le
sue parole.
«Vengano i minuti e le ore, scorrano i vostri giorni e i vostri anni,
passino i secoli e si compiano i millenni: vedrete un mondo nuovo, Figli di
Kander; vi fu data conoscenza e saggezza, concessa immortalità e salute.
Osservate, Figli Miei, i precetti antichi e vivrete! Ma passerà il tempo e
vedrete un mondo nuovo: coloro che avete veduto nascere un giorno dovranno
conoscere il potere su queste terre, coloro che avete veduto sorgere con nuova
vita dovranno imparare la potenza delle loro capacità. Figli di Kander,
prendete ogni vostra conoscenza e partite, lasciate queste terre e abbandonate
queste valli: a voi è stata preparata una terra oltre il mare, là dove la
Stella incontra le Acque. Tutti vivrete in quella terra. Non abbandonerete in
eterno queste altre terre, ma il vostro tempo da padroni è finito, poiché a Voi
spetta la grazia, la beatitudine. Sarete i maestri di questi nuovi sovrani,
sarete mentori di questa nuova stirpe. Lasciate queste terre, partite insieme e
in fretta. Ecco, Io qui, in questo luogo, pongo la Mia Parola: servi della
Sovrana partite! Gioite della beatitudine che v'attende e partite! Io qui pongo
la Mia Parola: in questo luogo sarà la garanzia di ciò che vi dico; sorga dalla
terra nuda, tra i fili d'erba umida, la certezza della Mia Parola, Io sono
l'Unica, la Sovrana, Regina!»
Finito di parlare il braciere riprese a fumare, ed ecco che dalla terra
si udì un tremito, una scossa come di terremoto: mentre gli uccelli
riprendevano il loro volo, l'acqua il proprio corso, il vento la propria corsa
ecco che da sotto il treppiedi del braciere una roccia sorse, bianca e
luminosa; a poco a poco dalla terra emergeva questa roccia liscia e chiara, un
cilindro sempre più alto che pian piano si elevava. Ribaltò il treppiedi nella
sua salita e dopo non molto la roccia fu una vera e propria colonna, lanciata
verso i cieli, scintillante nella luce del mezzogiorno.
Gli Elfi di Kander abbandonarono, dopo i dovuti riti, la vallata: presero
il mare, come ordinato dalla profezia di Re Grathe, e, come annunciato,
raggiunsero la loro nuova dimora.
I servi più fedeli della Regina furono da Essa ricompensati della loro
lealtà.
Oggi gli Elfi vivono ancora là, nelle Isole dell'Elfo, e vengono nei
continenti solo per occasioni particolari, o per commerciare e scambiare (non
solo beni materiali, ma anche il loro sapere!)
L'Alto Cal ancora oggi si trova nella valle: difficilmente potreste
identificarlo nel disordine della città che, nei secoli, v'è cresciuta attorno,
ma se il vostro occhio sarà capace riconoscerete tra le colonne della facciata
del Sanerte cittadino uno strano pilastro che non poggia sul pavimento, ma,
anzi, che è, dal pavimento, circondato.
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