martedì 9 giugno 2015

CONSACRAZIONE NELLA NOTTE - incipit (?)

Inspirò profondamente osservando la tela, socchiudendo gli occhi, come se da un momento all'altro potesse scoppiare in lacrime: inspirò ancora per tranquillizzarsi, per rilassarsi; tentava di donare al suo animo un po' di pace, un po' di serenità. Quella sottile linea di occhio bianca si faceva molla e umidiccia, le lacrime premevano, scongiuravano di poter uscire, di poter scendere in un solo istante lungo la guancia, solcare la pelle delicata fino a staccarsene per precipitare nel vuoto e perdersi, perdersi sul maglioncino, o arrivare fino a terra, chissà.
Inspirò. Tutti coloro che tentano di controllare il pianto inspirano, e aprono i loro polmoni, li espandono e pensano che quel po' d'aria in più del solito li possa salvare, li possa aiutare, ma poi si espira, si vomita al mondo tutta l'aria faticosamente raccolta, e forse ci si illude di star spingendo fuori di sé tutto il proprio veleno, tutto il proprio male, tutte le proprie ansie: tutto rimane dentro, tutto non cambia, tutto è come sempre.
Osò riaprire gli occhi, sollevare le palpebre e concedersi ancora quella vista: subito non vide nulla, solo una macchia sfocata di colori indefiniti, filtrati attraverso lacrime 'inesplose', osservati attraverso una lente liquida instabile e precaria.
Strizzò gli occhi e spinse via le lacrime, come fosse un tergicristallo dotato di una delicatezza tutta nuova, tutta straordinaria: ecco le forme, ecco i colori con un senso, ecco le pennellate, ecco l'artista che emerge nel dipinto con la sua personalità, con quello che ha di più intimo, di più segreto; è qualcosa che va oltre il privato, che si spinge in profondità …
«Tutto ok?» domandò una voce dietro di lui, una voce gentile ed educata. Si asciugò gli occhi con il dorso delle mani, in un gesto di ordinaria semplicità, tentando di non farsi notare da chiunque fosse dietro di lui e gli stesse parlando. Aveva parlato un uomo, una voce calda e rassicurante: sembrò scortese non rispondere.
«Sì … Ehm, certo! Grazie! Molto gentile» disse voltandosi: si spalmò un sorriso cortese - troppo cortese - fingendosi sereno.
«Ah bene» gli rispondeva un sorriso allegro, sincero. Era un uomo comune: alto come una qualsiasi persona normale, robusto come una qualsiasi persona normale, vestito come una qualsiasi persona normale, gentile come una quals.. no, gentile e basta.
«Arrivederci!» tagliò corto Gabriele cercando una via per allontanarsi con la testa bassa, cercando di nascondere il proprio volto.
«Arrivederci!» continuò a sorridere l'altro, scostandosi per lasciar passare il povero imbarazzato, senza mai smettere di sorridere.
Corse in fretta fuori, in cerca di aria, di libertà.
Che sollievo il gelo d'inverno, l'atmosfera ghiacciata che ti abbraccia, che ti invade ad ogni respiro, che ti entra dentro, e ti scava i polmoni, ti congela tutto ciò che hai dentro, solo per un attimo - ovviamente - ma in quell'attimo c'è tutto un mondo di sensazioni, sensazioni meravigliose e straordinarie, sublimi …
"Uh … meglio … Ah, che fatica: non cedere, non cedere, non cedere! Cosa dice Agata quando c'ha l'ansia?! 'Respira' … Sì! Fanculo! Come porca miseria faccio a respirare se riesco a malapena a reggermi in piedi, se a stento riesco a controllare il mio equilibrio, posso sapere dove dovrei trovare la forza per impormi di respirare?! Che consigli del cavolo! Uh … ma va meglio adesso: forse ti dicono 'respira' solo perché  così uno si incazza e trova il modo per sfogarsi attraverso questa incazzatura! … Uh … com'è bella questa serata! Ma non ho salutato Erica: mica che poi s'offende; meglio rientrare almeno per dirle che me ne vado"

Fece per muoversi, ma poi si fermò: il lampione vicino a lui all'improvviso si spense e lasciò nell'oscurità quell'angolo di marciapiede: ora si vedeva tutta la strada, tutta la processione di lampioni tutti uguali, tutti con la stessa luce arancione, tutti con lo stesso circolo luminoso ai propri piedi; sul marciapiede qui e là una cartaccia consumata dai giorni all'aria aperta  ogni tanto si trascinava dall'aria spostata da una macchina solitaria con le luci spente.

Nessun commento:

Posta un commento