giovedì 25 giugno 2015

LA DEFINIZIONE DELLA PAROLA 'ARTE'

La definizione della parola 'arte'


Davvero è importante cercare di limitare il concetto troppo vasto di arte: ogni attività umana, in fondo, si risolve in qualcosa di favolosamente artistico, ma ciò che chiamiamo arte deve essere limitato, in qualche modo, altrimenti tutto subirebbe l'atroce condanna di essere ridotto a un unico nome collettivo, espropriando ogni oggetto, ogni creazione dell'intelletto umano di quel nome che faticosamente l'ha differenziata dal resto.
Quindi non cercheremo una definizione statica ed immutabile, assoluta: possiamo andare alla ricerca di una discriminante, un qualcosa che di poco distingua ciò che è creazione, mera tecnica, evoluzione scientifica di strumenti, da ciò che è arte.
Ovviamente, e qui mi ripeto, ogni tecnica pare, anche per una questione etimologica[1], essere costretta ad una radice artistica, quasi che sia proprio la sensibilità artistica a muovere l'ingegno dell'uomo, tuttavia quando la scintilla d'ispirazione creatrice produce dell'arte che però conosce una troppo stretta connessione con l'utilità, ecco che allora l'arte inizia la sua degradazione in tecnica.
Da qui si procede come in una climax discendente, dall'arte si scivola giù nella tecnica: non si perde valore, ma il valore cambia la sua natura, si muta, si rinnova in un valore diverso, non meno significativo.
Ed è in questo percorso discendente che potremmo identificare una sorta di scala delle arti, in cui nessuna arte è al vertice, ma in cui ogni arte è disposta su gradini via via più vicini al pianerottolo della tecnica, lontano dalla porta d'ingresso dell'arte: l'architettura, per esempio, non può essere esclusa dall'elenco delle tecniche, tuttavia nessuno dovrebbe avere il coraggio di disconoscerle il titolo alto di arte; certo, gli edifici, le cattedrali, i ponti, sono opere superbe, sono creazioni soggette al fatidico giudizio critico del bello, dell'estetica, ma sono, indubbiamente, anche soggetti a critiche e a giudizi di puro carattere utilitario. In fondo un ponte è un bel ponte se è decorato, proporzionato, inserito mirabilmente nell'ambiente; ma un ponte, per essere un ponte, deve collegare qualcosa efficientemente.
E quindi non esiste una distinzione netta tra arte e tecnica, però a un certo punto una creazione umana si diparte talmente dallo spirito emozionale del creatore, si fa pura macchina, strumento arido, perde il collegamento con l'estetica, con l'emozione, con il sentimento, con la persona dell'artista e del fruitore, e diviene pura tecnica, pura standardizzazione, oggetto freddo e inutile all'anima quanto utilissimo al corpo.
L'arte è solo quella tecnica che continua a legarsi all'animo di chi l'ammira, la vive: come i suoni se sono riuniti da un'anima divengono musica, e se sono lasciati a loro stessi sono puri suoni, se non rumori, così ogni altra materia, se saldamente intrecciata con lo spirito, merita l'altissimo appellativo di arte.
Quando l'oggetto, la creazione non rimane fredda, distante e asettica quando muove, in qualche modo, qualsiasi modo, l'animo umano, quando lo stuzzica, ecco sì!, lo stuzzica, stuzzica questo spirito insoddisfatto, indeciso e dolente dell'uomo, quando stuzzica la serenità dell'animo più nascosto dell'individualità umana, allora è arte, allora s'avvicina alla grande porta dell'arte.



[1] La parola greca 'tecne' indicava l'arte

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