giovedì 12 febbraio 2015

PAROLE RITROVATE UNA SERA

Ogni primavera l'albero fiorisce
e non importa se in un certo periodo ti sembra spoglio

* Appuntate per un'amica dietro un disegno fatto in noiose ore di scuola, ritornate grazie al piacere di riscoprire i giorni andati che coglie spesso le anime di noi poveri mortali. Il disegno era d'un albero spoglio, quasi secco, a cui, però, s'aggrappavano ancora, con forza e tenacia, certe piccole foglioline sottili.

"Questa storia può iniziare con un piccolo piacere …
Godere di ciò che è bello ci distingue ognuno dall'altro …
Sognare è comune a tutti … ma il sogno è distinto per ciascuno …"

* Scritte su un foglio rimangono in un cassetto per tempi lunghissimi, magari per anni e anni, finché un qualche matto arriva e decide di aprire quei cassetti, decide di scavare nel passato sepolto sotto oggetti e pagine: ritrova i sogni e le speranze, le illusioni e quelle belle parole che talvolta ci sfuggono come di nascosto, parole che nessuno si aspetta, di cui ci si dimentica, ma che la Provvidenza ha concesso venissero ricordate su un foglio di carta, anche se sepolto sotto giorni e giorni.

… similemente eo ardo
quando pass'e non guardo
a voi, vis'amoroso. …

… Andando, ad ogni passo,
getto uno gran sospiro
che facemi angosciare: …

* Sfogliando vecchi quaderni ritrovi passi mai scordati, poesie mai abbandonate: 'Meravigliosamente …'
E con le parole di Jacopo da Lentini ti coccoli nel tuo soffrire, confortato dal fatto di essere una goccia nell'universo, solo in mezzo a centinaia di migliaia di migliaia che soffrirono proprio come te, che soffrono ancora, proprio come te. E 'similmente eo ardo' …

Voi che per li occhi mi passaste 'l core

* Scorrendo le pagine dell'ennesima antologia ti capitano sott'occhio versi di 'dolce stil novo' che ti incantano come fossi un ragazzetto di tre anni davanti a un trapezista che volteggia vertiginosamente in alto … e in quell'uomo così particolare che vedeva il suo amore come fuoco che arde e rende folli, Guido Cavalcanti, ritrovi un po' delle tue parole, non in endecasillabi di certo, ma, in fondo, anche un po' tue.

Dell'umanità la sua bellezza
dell'umanità la sua intelligenza
dell'uomo la sua misera meschinità
sempre mi sorpresi e mi stupii.


* Rubate in una sera di tristezza e di solitudine, quando la gioia del mondo di conquista l'intelletto, ma l'orrore dell'uomo ti annienta.

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