martedì 3 febbraio 2015

DIALOGO DI UN BAMBINO CON UN MORTO - bozza

- Fermati!
- Chi?
- Tu!
- No
- Sì
- No!
- Fermati e non rompere!
- Cosa vuoi?
- Non devo parlare con persone che non conosco
- Come potresti conoscermi se non ti fermi per farlo?
* mm ha ragione … *
- La mamma ha detto così!
- La mamma non è qui
- Ma ha detto così!
- Non ti voglio portare via dalla mamma: se aspetti due minuti poi puoi andare dove vuoi
- Cosa vuoi?
- Volevo incontrarti
- Perché
- Perché è da un po’ che ti osservo
- Vedi: sei uno dei cattivi!
* adesso corro via *
- Non sono ‘uno dei cattivi’, come dici tu: ti ho osservato stesso perché ero interessato a conoscerti: sei un bambino sveglio, che va bene a scuola e ha molti amici; ti piacciono le lasagne della mamma, ma odi il suo risotto giallo, mentre ti piace tanto quello della nonna Isa; giochi spesso con i bastoni a fare finta di essere una specie di soldato-ninja-generale-agentesegreto e spesso, quando c’è il sole, scendi in giardino e immagini immense battaglie in cui sei sempre l’eroe che salva la situazione … tutto giusto fin qua?
- Come fai a saperlo? Mi spii?
- Come potrei spiarti dovunque? Se davvero ti spiassi da dietro un binocolo o da un balcone vicino, come potrei sapere che la sera, quando la mamma ti ha salutato per la notte, stringi il tuo peluche e gli sussurri pianissimo cosa hai fatto durante il giorno perché ‘lui è stato tutto il giorno qui e non ha visto niente’? Come potrei sapere tutto questo?
- Non lo so … ho paura
- Non averne, non ce n’è bisogno: io non sono un maniaco, uno che rapisce i bambini al supermercato quando disobbediscono ai genitori … vuoi sapere chi sono?
- Sì
- Sono un morto
- Un morto?
- Sì
- Un fantasma
- No! Sono un morto: i fantasmi non esistono! Sono solo un’invenzione dei vivi per spiegare noi morti: a volte noi morti ci facciamo vedere, come ad esempio adesso io con te,  e spesso i vivi non capiscono cosa siamo; allora, secoli e secoli fa, i vivi si sono inventati questi ‘fantasmi’, che però non esistono, cioè sono proprio semplici morti, mica anime che vagano tra un mondo e l’altro
- Mi sembri matto
- Un po’ lo sono, ma questo soltanto perché sono morto
- I morti sono matti?
- No! I morti non sono matti, ma il fatto di non avere più un corpo ci rende leggeri e il cervello, leggero com’è, svolazza e a volte sembra impazzito
* Sì, questo è decisamente matto *
- Be’, ma alla fine, perché volevi conoscermi?
- Perché volevo parlare con una persona intelligente: ti ho notato e ho visto che sei sveglio, perciò volevo scambiare due parole con te. Che ne dici?
- Parliamo pure, ma di che?
- Ah, non so, quello che vuoi!
- Be’, non saprei … parliamo della morte!
- No! Ti prego è proprio un argomento noioso: non c’è altro?
- Non mi viene in mente altro
- Vuoi dirmi che non hai niente da chiedermi?
- Ti ho chiesto della morte e non mi hai risposto
- E va bene: cosa vuoi sapere?
- Cos’è la morte?
- Ma sei un bambino o un adulto molto basso e decisamente dai lineamenti bambineschi? Ahahahahah, scusa! Be’ come spiegare … la morte è … quando non c’è più vita!
- Questo lo so anche io! Dimmi qualcosa che non so!
- Eh che ne so di cosa sai e cosa non sai!
- Be’ allora dimmi cosa c’è dopo …
- Dopo cosa?
- Dopo!
- Cosa?
- DOPO!
- Dopo COSA?
- DOPO LA MORTE!
- Ah … dipende …
- Cosa vuol dire?
- Cosa?
- Dipende!
- Be’, vuol dire … vuol dire dipende!
- Da cosa dipende?
- Da tante cose ad esempio … oh, scusa: devo andare, ho un impegno …
- Ma sei un morto!!
- Addio, bambino!
- No! Resta!
- Non dire alla mamma che hai parlato con uno sconosciuto! Ti sgriderebbe!
- Fermati!, dimmi cosa c’è dopo!!

- Addio.

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