giovedì 10 settembre 2015

INCENSO

Ho bisogno di un poco d'acqua. Un sorso basterebbe, una goccia piccola piccola che mi scendesse giù per la gola e portasse via la fatica. Un attimo di pace, di silenzio assoluto e immobilità. Non mi serve altro. Una sosta, una breve pausa e amen. Ho la necessità di incontrare l'unica persona che mi spegne il cervello con la sua sola presenza: non si tratta di emozioni sconvolgenti, di passioni straordinarie, ma di una straordinaria meraviglia. Il tutto si spegne nella vasta aula rumorosa del cervello, e quest'immenso ambiente si svuota, lasciando spazio solo ad un'eco lontanissima, proveniente da una remota e sconosciuta voce tranquilla. Si accende un piccolo tepore dovunque e niente, mi sento vivo, per un attimo, un istante, un baleno inatteso e straordinariamente inconcepibile, poi di nuovo torna il caos; tornano le persone, tutte quelle persone che gridano e urlano e chiedono e dicono e straparlano. Sì, ho bisogno di quel mio sorso di quell'unica bevanda che mi può dissetare e ristorare, finalmente.
Oggi l'ho incontrato. Ero distratto e non ci pensavo affatto, preso da qualche altra faccenda - ora me ne sono addirittura dimenticato, che cosa facevo - e lui non c'entrava niente in quel momento. Poi è stato un secondo e l'ho incontrato. Con la sua meraviglia, la sua bellezza, la sua semplicità.
Non m'interessa l'estetica, la sua forma, ma … lui è bello perché mi dà pace, serenità, mi avvicina, per una sola volta, dopo tanto e tanto tempo, alla perfezione. Ecco sì, mi avvicina alla perfezione: quando lo sfioro io sfioro la necessità che qualsiasi uomo ha nel proprio intimo, ovvero la necessità di raggiungere ciò che più in alto sta sopra di noi.

Altezze,
i cieli,
forse la gloria di Dio
sfioro
con una sola
carezza.
Vicino a te:
vicino alla perfezione.


Ancora parole ispirate da lui. Stasera mi addormenterò con la sua immagine nel cuore.

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