La sala era tutta piena di gente, tutti erano
accorsi per assistere all'incoronazione del nuovo sovrano. Com'è ovvio, non
capita mica tutti i giorni! Straordinariamente i cancelli del palazzo reale
erano stati aperti a chiunque; certo, la sicurezza era mostruosa (c'erano
soldati dovunque, tutti armati di tutto punto, tutti vigili e attenti), ma la
festa era troppo grandiosa per escludere il popolo.
Dicevo, nella sala tutto era meraviglioso: i
lampadari sbriluccicavano spargendo dovunque la propria luce ricca; le pareti,
ricoperte da stucchi d'oro e impreziositi (se mai fosse stato necessario!) da
pezzi di vetro colorato o specchi lavorati magistralmente. La corona era
poggiata in bella vista sopra un tavolino affiancato al trono. Dal soffitto,
alto e decorato da bellissimi affreschi, pendevano gli stendardi della famiglia
reale e del reame.
Un brusio febbricitante attraversava il salone e,
oltre il grande portale intarsiato, la gente s'affollava nell'ingresso e sulle
scalinate. Nessuno aveva mai veduto tanto sfarzo; solo la nobiltà, nei suoi
comodi scranni, sistemata sulla balconata che correva per tre dei lati della
sala, era abituata a quell'eleganza eccessivamente raffinata.
Adoreacro se ne stava vicino alla piccola porticina
laterale, quella che usava la servitù, e ripassava, nella propria mente, il
rituale completo. Era Gran Cerimoniere di Palazzo. A un certo punto le trombe,
dalla piazza antistante il palazzo, avrebbero iniziato ad annunciare l'arrivo
della carrozza con il sovrano; di lì lo squillo delle trombe si sarebbe
ripetuto fino nella camera più interna della reggia, così che tutti sapessero
bene che il re stava arrivando. Poi i tamburi avrebbero obbligato tutti al
silenzio e accompagnato l'avanzata della scorta reale: i soldati, bardati oltre
l'immaginabile, con armature tutte cesellate in forme scomode e inadatte alla
lotta, avrebbero camminato sostenuti, decisi ma calmi. Poi, finalmente, il
principe avrebbe fatto il suo ingresso: sceso dalla carrozza, tutto riccamente
vestito, avvolto in uno sterminato mantello di porpora foderato di pellicce,
avrebbe iniziato la sua camminata verso il suo nuovo posto, il trono.
Adoreacro, a questo punto, si sarebbe avvicinato ai
soldati e, ad alta voce, avrebbe ordinato ai soldati di allontanarsi, loro e il
nuovo venuto. I soldati, all'unisono, avrebbero risposto con un sonoro NO!. E
così per altre due volte. Dopo tre NO! infatti, Adoreacro avrebbe concesso loro
di avanzare dentro al salone fino ai piedi del trono. Qui si sarebbe dispersa
la scorta, disponendosi ordinatamente attorno al basamento sul quale svettava
la sedia regia, affiancata dalla corona scintillante.
Il nuovo re si sarebbe preparato a salire quegli
otto scalini liberandosi del grande mantello. Allora tutti avrebbero visto la
straordinaria veste tutta dorata, ornata da decine e decine di pietre preziose
cucite nell'abito. Qui sarebbero cessati i tonfi dei tamburi e il silenzio
avrebbe avvolto tutti.
Adoreacro, salendo i gradini, si sarebbe fermato a
solo uno scalino dal trono, si sarebbe volto verso tutti coloro ch'erano
accorsi ad assistere e avrebbe annunciato: INCHINATI! SEI DAVANTI ALLA CORONA!
Allora il re si sarebbe chinato e, una volta che le
trombe avessero ricominciato con i loro trilli, avrebbe cominciato a salire la
scalinata verso il trono.
Sarebbe quindi seguita la cerimonia
dell'incoronazione vera e propria: il principe avrebbe affermato la propria
rivendicazione e Adoreacro avrebbe dovuto riconoscere il diritto di tale
rivendicazione. Il re si sarebbe inginocchiato e la corona sarebbe infine
discesa sul capo del nuovo sovrano. Questi si sarebbe alzato e voltato, nel
silenzio più assoluto, verso il popolo e avrebbe urlato: INCHINATI! SEI DAVANTI
ALLA CORONA!
Ci sarebbero state grida e gli applausi avrebbero
sommerso ogni parola. Poi sarebbero iniziati gli omaggi dalla nobiltà e dalle
altre istituzioni del reame.
Adoreacro sì, era pronto, lui, sapeva tutto a
memoria, tutto era come doveva essere, ma gli altri, avrebbero saputo fare il
meglio? Non si fidava troppo dei suoi 'colleghi'. Ma ormai era troppo tardi,
ormai non c'era più tempo per
Squillarono le trombe!
Ecco, si disse Adoreacro, è così che inizia:
l'incoronazione del nuovo Re dei Re, Sovrano degli Imbecilli, Discendente
dell'Antica Stirpe degli Incantatori, Erede della Dinastia dei Truffatori.
Sarebbe stato un ottimo politico, un grande
governante …
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