martedì 15 settembre 2015

L'INCORONAZIONE DEL NUOVO RE

La sala era tutta piena di gente, tutti erano accorsi per assistere all'incoronazione del nuovo sovrano. Com'è ovvio, non capita mica tutti i giorni! Straordinariamente i cancelli del palazzo reale erano stati aperti a chiunque; certo, la sicurezza era mostruosa (c'erano soldati dovunque, tutti armati di tutto punto, tutti vigili e attenti), ma la festa era troppo grandiosa per escludere il popolo.
Dicevo, nella sala tutto era meraviglioso: i lampadari sbriluccicavano spargendo dovunque la propria luce ricca; le pareti, ricoperte da stucchi d'oro e impreziositi (se mai fosse stato necessario!) da pezzi di vetro colorato o specchi lavorati magistralmente. La corona era poggiata in bella vista sopra un tavolino affiancato al trono. Dal soffitto, alto e decorato da bellissimi affreschi, pendevano gli stendardi della famiglia reale e del reame.
Un brusio febbricitante attraversava il salone e, oltre il grande portale intarsiato, la gente s'affollava nell'ingresso e sulle scalinate. Nessuno aveva mai veduto tanto sfarzo; solo la nobiltà, nei suoi comodi scranni, sistemata sulla balconata che correva per tre dei lati della sala, era abituata a quell'eleganza eccessivamente raffinata.
Adoreacro se ne stava vicino alla piccola porticina laterale, quella che usava la servitù, e ripassava, nella propria mente, il rituale completo. Era Gran Cerimoniere di Palazzo. A un certo punto le trombe, dalla piazza antistante il palazzo, avrebbero iniziato ad annunciare l'arrivo della carrozza con il sovrano; di lì lo squillo delle trombe si sarebbe ripetuto fino nella camera più interna della reggia, così che tutti sapessero bene che il re stava arrivando. Poi i tamburi avrebbero obbligato tutti al silenzio e accompagnato l'avanzata della scorta reale: i soldati, bardati oltre l'immaginabile, con armature tutte cesellate in forme scomode e inadatte alla lotta, avrebbero camminato sostenuti, decisi ma calmi. Poi, finalmente, il principe avrebbe fatto il suo ingresso: sceso dalla carrozza, tutto riccamente vestito, avvolto in uno sterminato mantello di porpora foderato di pellicce, avrebbe iniziato la sua camminata verso il suo nuovo posto, il trono.
Adoreacro, a questo punto, si sarebbe avvicinato ai soldati e, ad alta voce, avrebbe ordinato ai soldati di allontanarsi, loro e il nuovo venuto. I soldati, all'unisono, avrebbero risposto con un sonoro NO!. E così per altre due volte. Dopo tre NO! infatti, Adoreacro avrebbe concesso loro di avanzare dentro al salone fino ai piedi del trono. Qui si sarebbe dispersa la scorta, disponendosi ordinatamente attorno al basamento sul quale svettava la sedia regia, affiancata dalla corona scintillante.
Il nuovo re si sarebbe preparato a salire quegli otto scalini liberandosi del grande mantello. Allora tutti avrebbero visto la straordinaria veste tutta dorata, ornata da decine e decine di pietre preziose cucite nell'abito. Qui sarebbero cessati i tonfi dei tamburi e il silenzio avrebbe avvolto tutti.
Adoreacro, salendo i gradini, si sarebbe fermato a solo uno scalino dal trono, si sarebbe volto verso tutti coloro ch'erano accorsi ad assistere e avrebbe annunciato: INCHINATI! SEI DAVANTI ALLA CORONA!
Allora il re si sarebbe chinato e, una volta che le trombe avessero ricominciato con i loro trilli, avrebbe cominciato a salire la scalinata verso il trono.
Sarebbe quindi seguita la cerimonia dell'incoronazione vera e propria: il principe avrebbe affermato la propria rivendicazione e Adoreacro avrebbe dovuto riconoscere il diritto di tale rivendicazione. Il re si sarebbe inginocchiato e la corona sarebbe infine discesa sul capo del nuovo sovrano. Questi si sarebbe alzato e voltato, nel silenzio più assoluto, verso il popolo e avrebbe urlato: INCHINATI! SEI DAVANTI ALLA CORONA!
Ci sarebbero state grida e gli applausi avrebbero sommerso ogni parola. Poi sarebbero iniziati gli omaggi dalla nobiltà e dalle altre istituzioni del reame.
Adoreacro sì, era pronto, lui, sapeva tutto a memoria, tutto era come doveva essere, ma gli altri, avrebbero saputo fare il meglio? Non si fidava troppo dei suoi 'colleghi'. Ma ormai era troppo tardi, ormai non c'era più tempo per
Squillarono le trombe!
Ecco, si disse Adoreacro, è così che inizia: l'incoronazione del nuovo Re dei Re, Sovrano degli Imbecilli, Discendente dell'Antica Stirpe degli Incantatori, Erede della Dinastia dei Truffatori.

Sarebbe stato un ottimo politico, un grande governante …

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