mercoledì 9 settembre 2015

RIGUARDO L'AMICIZIA

Salve. Oggi non parlerò di niente di nuovo: tutto è stato già detto e tutto ha avuto un proprio spazio, quindi non ci si aspetti nessuna novità in ciò che dirò. Tuttavia voglio dire anche qualcosa di già sentito, perché forse ci siamo annoiati troppo e alcune cose non sono mai ripetute abbastanza. E voglio parlare dell'amicizia.
Chiunque abbia un minimo di cervello guarda all'amicizia come un qualcosa di affascinante e seducente, un po' per l'inesprimibile bellezza che ci colpisce quando ci si parano innanzi due persone legate in un modo tutto particolare, un po' per la straordinaria potenza che tale legame a volte sprigiona, una potenza di gran lunga superiore a quello che molti innamorati riescono a 'produrre'.
E l'amicizia, quindi, si presta bene ad essere al centro di infinite riflessioni di infiniti pensatori che si scervellano alla ricerca di un senso, un qualsiasi senso che li soddisfi nella loro brama di conoscenza e sapere.
Al centro della mia riflessione, però, non ci sarà l'amicizia come idea assoluta, sciolta dalla realtà della vita, non intesa come valore fisso e desiderabile, ma, piuttosto, porrò come mio obiettivo la descrizione di un incontro che ho avuto con due persone tanto straordinarie da consegnarmi l'esempio più sublime ch'abbia mai scovato.
Ci sono due persone a questo mondo - forse ce ne sono altre - che non conoscono la barriera della persona. Mi spiego: le persone costruiscono attorno a sé un muro, non per isolarsi, ma, appunto, per comunicare. è un po' come se tutti fossimo dotati di una parete pubblicitaria su cui esponiamo i 'nostri prodotti'. Ebbene, questa parete non è qualcosa di falso - o almeno non sempre - ma è il modo più semplice per interagire con le persone che ci troviamo attorno. Talvolta - è bene sottolinearlo - tale parete diviene un comodo nascondiglio a tal punto che certi preferiscono esporre in vetrina dei prodotti che non sono affatto 'fatti in casa': si tratta di maschere, di comodità che ci creiamo per celarci alla luce del giorno e agli sguardi che ci spaventano. Ma, comunque, di per sé questa parete non avrebbe nulla di male.
Quando due persone si innamorano, presi dal fremito dell'amore, ecco che queste pareti pubblicitarie si fondono l'una con l'altra e diventano un unico grande cartellone: dietro vivono la loro intimità i due amanti, fuori loro mostrano il loro amore diffondendo uno spettacolo di bellezza e purezza.
Quando due persone si incontrano e riescono a sbirciare da sotto queste pareti, che proprio come un cartellone pubblicitario sono un pochetto rialzate dal terrone, allora due sguardi si incontrano, al di là di ciò che l'uno ha voluto esporre, al di là di ciò che abbiamo deciso di mostrare al mondo: allora nasce l'amicizia, allora ecco che non c'è bisogno di fondere queste barriere colme di murales, perché, alla faccia di tutti, tra quei due individui s'è creato un legame che non centra nulla con il fuori, che quasi non muta l'espressione e la forma solita, ma che fonde due creature in un nodo che vorrei definire soffice.
E dunque, ho conosciuto due personaggi molto particolari e … diciamo che mi è sempre piaciuto dipingere sul mio muro molti aspetti diversi di me, ma, più di tutto, mi è piaciuto, di tanto in tanto, salire in punta di piedi fino alla sommità del cartellone e osservare chi mi circondava, senza mai provare di sbirciare nella barriera di qualcun altro. Un giorno, mentre m'impegnavo a mantenere l'equilibrio per sbirciare, m'accorsi che proprio di fronte a me, al mio trabiccolo tutto scritto, c'erano due piccole vetrinette tutte sgargianti e vivaci, oserei dire anche un po' eccentriche: di sotto a quei colori, a quel brio agitato ed eccitato, scorsi due paia di occhietti vispi, ma tremendamente luminosi, che si guardavano lieti, che non desideravano interessarsi a cosa mettere nelle loro vetrine. Si scrutavano gli uni con gli altri e parevano non chiedere altro che poter continuare a guardarsi. A vederli mi si scosse il cuoricino: sentivo che stavo assistendo a qualcosa di straordinariamente straordinario, pieno di una forza che mai m'era capitato di percepire attorno a me.
Non so dire quante volte io sia tornato a sbirciare ancora verso quelle due anime così devote l'una all'altra: non erano innamorati, ma semplicemente erano grati a vicenda perché entrambi avevano sbirciato da sotto la solita parete di pubblicità, animando così un qualcosa di nuovo per entrambi.

Queste due persone continuo a scrutarle, di tanto in tanto, e anche io sono grato a loro, ma in un modo diverso: non sperimento l'amicizia che sperimentano loro, no, io semplicemente sono un fortunato spettatore cui è dato presentarsi, quando capita, di fronte a una simile meraviglia.

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